Roma- Twitter sta acquistando un posto di tutto rilievo tra le fonti di informazioni primarie e sempre più spesso in quei 140 caratteri si nasconde una notizia degna di essere citata nei libri di testo o nelle tesi universitarie.
La Modern Language Association (MLA) ha dunque pensato bene di ideare delle regole standard per la citazione nelle note a piè di pagina dei cinguettii .
Le istruzioni sono chiare: cognome, nome (nome utente). “Testo del tweet”. Data, ora, Twitter . In sostanza, un cinguettio citato in un testo dovrebbe essere riportato così:
Athar, Sohaib (ReallyVirtual). “L’esercito sta perlustrando uno dei quartieri più popolosi di Abbottabad”. 11 maggio 2011, 18:56, Twitter.
MLA, inoltre, specifica che se il nome utente è abbastanza noto, non è necessario inserire il nome e cognome, ma sottolinea l’importanza di citare la fonte di provenienza dell’informazione, cioè Twitter.
Questa soluzione però sembra non convincere del tutto. In primo luogo non è necessario citare l’URL del tweet , fattore che complica la ricerca del cinguettio originale sul Web. In secondo luogo, la data e l’orario del tweet riflettono il fuso orario del lettore che non sempre corrisponde a quello dell’autore originale o a quello di altri lettori.
In questo senso sembrerebbe più appropriata la codifica fatta più di due anni fa dalla American Psychological Association :
Punto Informatico(8 marzo 2012). Fonti: Diritto d’autore, senatori richiamano AGCOM http://dlvr.it/1Hm2V0 (post di Twitter). Estratto da https://twitter.com/#!/puntotweet.
Ad ogni modo, tutte le polemiche perdono senso quando si prende atto che ciascun paese ha già sviluppato una propria “abitudine” nel citare i tweet nei libri di testo, e tali differenziazioni aumentano se si considera che persino le diverse istituzioni di una stessa nazione hanno un proprio metodo.
Gabriella Tesoro