Twitter continua a pensare a come far soldi. La domanda, d’altronde, è sempre la stessa: come convertire il flusso di tweet, dati e utenti che accoglie in denaro sonante? Quale modello di business può essere applicato ad un’idea di social network di successo?
Dopo i tweet promozionali (che permetterebbero di sviluppare nei suoi 260 caratteri il concetto dell’inserzione pubblicitaria) e i paventati account promozionali (mettendo in pratica in vendita gli spazi dei tweet consigliati) Twitter sta ora pensando a come mutuare sulla piattaforma il concetto stesso di interruzione pubblicitaria: per farlo riducendo al minimo il fastidio per l’utente l’idea sarebbe quella di inserire ogni tanto nella timeline degli utenti un tweet pubblicitario, e l’azienda sta studiando a cosa corrisponde un’intrusione minima.
L’esperimento (la “fase tre” del suo progetto di monetizzazione) partirà per il momento con pochi partner (solo HootSuite, e come sponsor si parla come primi inserzionisti di Virgin, Starbucks e Red Bull) e spera di riuscire comunque ad indirizzare il più possibile la sua pubblicità, per “abbinarla” all’utente cui è destinata, facendola apparire solo quando sia un minimo rilevante, così come già cerca di fare con i tweet promozionali inseriti nelle ricerche.
Per quanto possano cercare di essere inoffensivi, i tweet pubblicitari si calcola già che daranno fastidio ai più : ma se prevarrà l’idea che, in fondo, in qualche modo il servizio di microblogging si deve ripagare, allora a San Francisco potrebbero aver trovato un modo per trasformare effettivamente i cinguettii in oro.
Claudio Tamburrino