Una ricerca del Pew Research Center ha tracciato il profilo dell’utente medio di Twitter negli Stati Uniti (Paese dove il social network è più usato), cercando di delineare come nel tempo questa figura si sia evoluta. La sensazione che se ne ricava è che Twitter negli anni non sia mai riuscita ad uscire dai limiti del proprio schema e che siano questi i motivi per cui resta quel che è sempre stato: un social dalla penetrazione limitata, ma di forte influenza in certi settori.
Twitter e i suoi utenti
Caratteristica che si conferma, ad esempio, sta nel fatto che pochi utenti “power-user” producano la gran parte dei tweet registrati: il 25% firma il 97% dei contenuti, per tutti gli altri si tratta invece di mera bacheca da leggere e far scorrere. Al tempo stesso, proprio questi account di produzione seriale sembra raccogliere un basso tasso di coinvolgimento (un like ogni 2 tweet) ed è protagonista di ben poco materiale originale: sono soprattutto retweet o risposte a tweet altrui, insomma. La quantità non manca, insomma, mentre sulla qualità media sembra esserci molto da discutere. Scarne, inoltre, le dinamiche di community e coinvolgimento che sappiano legare gli utenti e i temi oltre quello che hashtag e trending topic tentano di fare quotidianamente.
Se è questa la materia prima di cui è costituito Twitter, è facile comprendere perché manchino quelle componenti che possono attrarre l’utenza più di quanto non accade ora: per gran parte dell’utenza, Twitter è qualcosa da utilizzarsi meno di una volta a settimana e con soddisfazione che non va oltre la mediocrità: il numero di utenti che ritiene l’esperienza positiva si equivale al numero di utenti che ritiene l’esperienza negativa.
A tutto ciò si aggiunge una nota negativa che identifica uno dei problemi più sentiti: il 53% degli intervistati ritiene che la disinformazione sia uno dei mali peggiori del social network, elemento particolarmente insidioso se si pensa che gran parte dell’utenza Twitter utilizza questo strumento per informarsi e seguire le notizie nel loro divenire. Negli USA la polarizzazione politica in merito è forte: ben superiore il gradimento da parte dei democratici, ben inferiore da parte dei repubblicani. Una caratterizzazione molto specifica, insomma, sulla quale dover però lavorare per abbattere i limiti che non hanno mai fatto uscire l’uccellino dalla sua gabbia.