Twitter punta alla pulizia, alla moderazione e al contrasto dell’odio adottando nuove misure d’intervento, già annunciate il mese scorso. Nel mese di ottobre la piattaforma aveva inasprito la moderazione di contenuti non rispettosi delle regole d’utilizzo e una azione simile era stata intrapresa sugli account accusati di diffondere messaggi d’odio. Nella stessa direzione è andata la stretta agli account verificati e le nuove regole per la validazione degli account volti a certificare la veridicità di account di interesse pubblico, azioni in questo caso avviate da fine novembre. Da oggi nella stretta entrano anche gli account facenti parte di gruppi che usano o promuovono violenza contro le persone per portare avanti i loro piani.
Twitter ha confermato che saranno considerati tweet sensibili e che quindi potrebbero andare incontro ad una rimozione (o altre misure cautelative) non solo quelli inneggianti l’odio, ma anche quelli volti a glorificare azioni violente compiute. L’incentivazione all’odio e alla violenze sono quindi dichiarate pratiche bandite dalla piattaforma. Le misure d’intervento possono andare dalla rimozione dei contenuti fino alla sospensione permanente degli account rei di violare ripetutamente le regole.
Gli interventi sono stati colti come l’ennesimo impegno concreto di Twitter verso la salvaguardia della corretta discussione all’interno della piattaforma (oltre che una ovvia rassicurazione per gli inserzionisti pubblicitari). Essi contemplano oltre ai casi già visti anche la possibilità di rimozione dei profili che includono informazioni violente , minacce, razzismo, sessismo, incitamento all’odio e in generale utilizzo di termini socialmente non accettabili.
Parallelamente i controlli e l’applicazione delle conseguenze verranno effettuati anche su loghi, simboli, immagini che in qualche modo possano avere una connotazione negativa verso gruppi religiosi, persone affette da disabilità, o ancora discriminatori verso gli orientamenti sessuali, l’etnia e la religione. Tra i primi ban effettuati vi sono numerosi account collegati al gruppo di combattenti dell’estrema destra UK, Britain First.
Vi sarebbe però una eccezione, considerata poco popolare. I cambiamenti alle regole d’utilizzo non andrebbero infatti ad intaccare entità militari o governative . Per alcuni questa scelta legittimerebbe un utilizzo sconsiderato della piattaforma da parte del presidente statunitense Trump. Dai post con cui apostrofa il dittatore nord coreano Kim Jong-un come “the little rocket man”, passando per le citazioni di palesi fake news , piuttosto che retweet agli stessi contenuti pubblicati dal gruppo Britain First, possono ancora vivere su Twitter. Ma solo se a firma del Presidente. Una “concessione” dalle forti ripercussioni politiche oltre che sociali.
Mirko Zago
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