Dal Knight First Amendment Institute presso la Columbia University arriva la richiesta per il presidente americano Donald Trump di sbloccare gli utenti messi al bando su Twitter , un comportamento che secondo gli esperti legali sarebbe lesivo dei diritti garantiti dalla costituzione USA alla libertà di espressione dei cittadini.
Come oramai sa tutto il mondo, il social network dei cinguettii è lo strumento di comunicazione in assoluto preferito dal nuovo inquilino della Casa Bianca. Ed è altrettanto evidente che, per un account sovraesposto come quello di Trump (@RealDonaldTrump, più quello meno utilizzato @POTUS), il gruppo di critici desiderosi di farsi beffe di “The Donald” possa essere parecchio numeroso rispetto alla media.
Trump, come altri utenti di Twitter, ha sempre messo al bando chi lo criticava, ma da quando è stato eletto Presidente degli Stati Uniti i ban hanno assunto una dimensione del tutto nuova. Per il Knight First Amendment Institute, bloccare l’accesso ai tweet del presidente a un cittadino americano equivale a tutti gli effetti a un’azione di censura e viola il Primo Emendamento della Costituzione in difesa della libertà di espressione.
This is pretty much how the whole world sees you. #AMJoy #SundayMorning pic.twitter.com/CycqYnKg8b
– Holly ÒReilly (@AynRandPaulRyan) 28 maggio 2017
Gli esperti universitari citano due casi ben precisi, vale a dire quelli di Holly ÒReilly e Joseph M. Papp che si sono trovati tagliati fuori dal flusso di pensieri di The Donald dopo aver criticato il presidente. Anche se i post degli utenti erano sprezzanti, spiegano dal Knight Institute, le loro parole erano protette dal Primo Emendamento perché Trump considera i suoi Tweet come dichiarazioni ufficiali della Casa Bianca .
The Donald deve dunque sbloccare gli utenti messi al bando, dicono dal Knight Institute, perché l’alternativa comporta l’avvio di un’ azione legale nei confronti della Casa Bianca per il ripristino del rispetto della Costituzione USA a mezzo cinguettii.
Alfonso Maruccia