Twitter è uno dei social network maggiormente sotto pressione in queste ore concitate in Ucraina. Dichiarazioni ufficiali si mescolano a propaganda e bot, in un grande calderone che crea una matassa difficile da sbrogliare. Nella giornata di ieri, poche ore prima dell’annuncio di Putin di invasione del Donbass, il social network ha aggiunto caos ulteriore fermando account che condividevano immagini preoccupanti dai territori di confine. Non è chiaro il motivo del blocco, ma si è trattato con tutta evidenza di un errore a cui il social network ha posto soluzione nel giro di circa 12 ore.
12 ore da non sottovalutare, però. Dove il terreno è infuocato dai bombardamenti, anche un tweet può avere incommensurabile valore. Formalmente l’interruzione degli account è avvenuta per “violazione delle regole”, senza ulteriori precisazioni. Difficile comprendere la causa del problema e se anche in questo caso possa esserci la Russia dietro l’offensiva (magari attraverso segnalazioni di massa su specifici contenuti), ma a distanza di poche ore è arrivata la presa d’atto del gruppo circa l’erronea scelta effettuata ed il subitaneo ripristino degli account è stato garantito. Smentito, inoltre, l’attacco tramite bot, sebbene non siano state fornite migliori spiegazioni per l’accaduto.
Twitter in guerra
Sicuramente non è semplice per Twitter far rispettare policy che richiedono informazioni non manipolate all’interno della propria piattaforma quando, soprattutto in tempo di guerra, tutto è al tempo stesso veritiero e manipolato in base al lato della trincea a cui si guarda. Poche ore più tardi una serie di tweet è stato invece rivolto direttamente alla popolazione ucraina:
https://twitter.com/TwitterSafety/status/1496699034526007297
Messaggi di questo tipo hanno messo in fila gli accorgimenti più importanti per tenere al sicuro i propri account e garantire un flusso di informazioni reali senza restare vittime di attacchi, phishing e perdita di dati personali. In tempo di guerra anche Twitter deve mettersi l’elmetto, perché i social network sono giocoforza in prima fila sul campo di battaglia ed in queste ore di preparazione all’invasione i toni sono particolarmente pericolosi. Ognuno dovrà fare la propria parte per evitare che il rumore di fondo renda la situazione ancor più complessa, confusa e deleteria.