Twitter, la diversità non è di casa

Twitter, la diversità non è di casa

Poche donne e dominio assoluto di maschi bianchi e asiatici nei posti di comando. Una situazione che accomuna i colossi dell'IT della Silicon Valley. Le soluzioni per invertire la rotta latitano
Poche donne e dominio assoluto di maschi bianchi e asiatici nei posti di comando. Una situazione che accomuna i colossi dell'IT della Silicon Valley. Le soluzioni per invertire la rotta latitano

Uomo, bianco o asiatico. È il profilo del dipendente tipo in seno a Twitter e, ampliando il raggio, presso la stragrande maggioranza delle aziende IT della Silicon Valley, da sempre riconosciute come ambienti all’avanguardia dove trasparenza e apertura mentale la fanno da padrone. Dopo che anche il servizio di microblogging si è riflesso nel report sulla composizione e sulle relative caratteristiche etniche e di genere della propria forza lavoro, aggiungendosi ai vari Google , Facebook , LinkedIn e Yahoo!, usare il condizionale è d’obbligo poiché l’immagine restituita è assai offuscata.

Messa alle strette da diverse associazioni per i diritti civili attente alle minoranze come ColorofChange.org , la società fondata da Jack Dorsey ha mostrato risultati peggiori degli altri colossi tech dell’area californiana: sette dipendenti su dieci sono uomini, ma guardando al solo ambito tecnologico la differenza sale ancora con i maschi che toccano il 90 per cento. Ancora più netta la forbice sul versante etnico, con bianchi e asiatici a dominare sia sul totale dei lavoratori (88 per cento) che su quelli impegnati nel ramo tech (92 per cento). Pochissimi gli ispano-latini (3 per cento), ancora meno neri e afroamericani, solo due ogni cento dipendenti.

Stesso copione, e non potrebbe essere altrimenti, nella (mancata) mescolanza per i posti di comando, dove il 79 per cento è rappresentato dal genere maschile, col 72 per cento di bianchi e il 24 per cento di asiatici che lasciano un misero 4 per cento a tutte le altre etnie. Per correggere il tiro Twitter sta supportando iniziative come Girls Who Code per aumentare le assunzioni delle donne, e Come Year Up per attivare stage formativi a favore di studenti con bassi redditi. “Sono alcune delle soluzioni che abbiamo in mente per diversificare la forza lavoro ma siamo consapevoli che c’è molta strada da fare”, ha dichiarato Janet Van Huysse, della divisione risorse umane di Twitter.

Parole in linea con quelle di Dorsey, che nell’ equilibrio tra categorie vede l’opportunità di incrementare creatività e capacità di intercettare esigenze e desideri di un pubblico più ampio. Per questo, aggiunge, Twitter sta avviando diverse partnership negli USA per reclutare futuri dipendenti tra i college femminili e università più piccole frequentate in maggioranza da neri e afroamericani.

Alessio Caprodossi

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Pubblicato il
25 lug 2014
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