Twitter ha annunciato l’espansione del suo programma di fact-checking a immagini e video. Community Notes (Birdwatch fino a novembre 2022) consente agli utenti di segnalare anche contenuti multimediali fasulli, come quelli generati dall’intelligenza artificiale. La novità è stata (casualmente) introdotta dopo l’abbandono del codice di condotta sulla disinformazione.
Community Notes per immagini, video e GIF
Community Notes (Note della collettività in italiano) è in pratica una moderazione “crowdsourced”, ovvero effettuata dagli stessi utenti. Finora era limitata ai tweet con solo testo. L’azienda californiana ha deciso di estendere la funzionalità ai tweet con singole immagini. In futuro anche ai tweet con immagini multiple, video e GIF.
From AI-generated images to manipulated videos, it’s common to come across misleading media. Today we’re piloting a feature that puts a superpower into contributors’ hands: Notes on Media
Notes attached to an image will automatically appear on recent & future matching images. pic.twitter.com/89mxYU2Kir
— Community Notes (@CommunityNotes) May 30, 2023
La decisione è probabilmente dovuta alla crescente diffusione di immagini generate dall’intelligenza artificiale, sfruttando noti servizi come Midjourney, Adobe Firefly o Bing Image Creator. Le più recenti e condivise sui social sono quelle di Papa Francesco e del Pentagono.
Le note aggiunte dai collaboratori appariranno sotto le immagini presenti nei tweet recenti e futuri. Twitter aggiungerà automaticamente la nota a tutti tweet che contengono la stessa immagine (se indicato dal collaboratore). La funzionalità può essere utilizzata solo dagli utenti con un Writing Impact score minimo di 10. Si tratta del punteggio che indica se la nota è stata considerata utile.
Community Notes è attualmente la migliore soluzione di moderazione offerta da Twitter, in quanto Elon Musk ha licenziato quasi tutti i dipendenti che lavoravano nel team dedicato. La Commissione europea ha consigliato di assumere personale per evitare multe salate in seguito alla violazione del Digital Services Act.