Trascorsi oltre sette mesi dall’imposizione del ban (inizio giugno 2021), la Nigeria consente ora di nuovo ai propri cittadini di effettuare l’accesso a Twitter senza dover ricorrere a VPN o ad altri workaround. Il blocco è stato inizialmente deciso dalle autorità del paese africano in seguito alla cancellazione di un post condiviso dal presidente Muhammadu Buhari.
Twitter torna accessibile in Nigeria dopo oltre sette mesi
L’intervento in questione era rivolto ai sostenitori della causa secessionista legata alla Repubblica del Biafra, in seguito alle loro manifestazioni di dissenso. La decisione di porre uno stop al blocco è invece giunta in seguito all’annuncio relativo all’apertura di un ufficio sul territorio da parte del social network.
Stando a quanto reso noto, Twitter avrebbe inoltre accettato alcune condizioni dettate dal governo, incluse quelle che riguardano l’esclusione di contenuti ritenuti non in linea con le normative vigenti. Ancora, il gruppo che controlla la piattaforma pagherà le tasse nel paese e nominerà un rappresentante incaricato di interfacciarsi all’occorrenza con le autorità locali. Riportiamo di seguito in forma tradotta la dichiarazione attribuita all’amministrazione centrale.
La nuova realtà globale vede le piattaforme digitali e chi le gestisce esercitare un’influenza enorme sul tessuto della nostra società, sulle interazioni sociali e sulle scelte economiche. Queste piattaforme possono essere utilizzate come uno strumento oppure come un’arma. Pertanto, la nostra azione costituisce un tentativo deliberato di ricalibrare la il nostro rapporto con Twitter, così da ottenere il massimo dei benefici reciproci, nell’interesse della nostra nazione e senza mettere a rischio quello della società. Il nostro confronto è stato molto rispettoso, cordiale e si è concluso con successo.
Con la sua popolazione da 210 milioni di abitanti, la Nigeria è guidata dal 2015 da Muhammadu Buhari. La citata Repubblica del Biafra (circa 13,5 milioni di persone), situata nell’area sud-est del territorio, rimase ufficialmente riconosciuta solo dal maggio 1967 al gennaio 1970.