PostGhost, archivio di tweet pubblici cancellati da account verificati di politici, VIP e altre figure pubbliche che aveva fatto il suo esordio da appena una settimana, è stato chiuso dopo il ricevimento di una missiva legale proveniente da Twitter.
Altri omologhi di PostGhost, un totale di più di 30 diversi account tra cui Politwoops, erano già stati bloccati da Twitter la scorsa estate per violazione dei suoi termini di utilizzo che proibiscono agli sviluppatori di pubblicare contenuti di terzi nel frattempo rimossi; in precedenza il tecnofringuello aveva bloccato le API sfruttate da Politwoops in base a considerazioni legate alla privacy.
Come si legge ora nella comunicazione inviata da Twitter a PostGhost, il servizio è stato ritenuto in violazione delle linee guida della piattaforma di micro-blogging che proibisce di copiare tweet cancellati e per questo è stato minacciato il blocco delle API con cui raccoglieva dati dalla piattaforma di microblogging.
PostGhost ha accettato di chiudere il suo account senza aspettare il blocco delle API da parte del tecnofringuello, ma ha risposto nel merito, sottolineando come il suo fosse un servizio che forniva una cronologia accurata e trasparente delle dichiarazioni pubbliche fatte dalle figure maggiormente influenti su Twitter.
“Naturalmente – dice PostGhost – non tutti gli utenti di Twitter devono avere i loro tweet cancellati impressi per sempre, anzi la maggior parte delle persone utilizza Twitter con un account personale e crediamo all’impegno di Twitter nei confronti della privacy. Tuttavia, Twitter stessa mantiene una lista di figure pubbliche con account verificati (appena lo 0,05 per cento degli utenti totale), che utilizzano Twitter come una sorta di megafono per raggiungere una basta quantità di follower”. Per loro deve valere lo stesso diritto all’oblio degli utenti comuni?
Claudio Tamburrino