Twitter chiuderà il 2009 registrando per la prima volta dei profitti, grazie soprattutto agli accordi stretti con Google e Microsoft per fare indicizzare i cinguettii dai rispettivi motori di ricerca. Si tratta di 25 milioni di dollari totali giudicati per la prima volta più che sufficienti a coprire le spese di gestione del tecnofringuello.
Solo qualche mese fa la startup di San Francisco era stata valutata, visti i continui e corposi investimenti iniettati dai partner, un miliardo di dollari. Non solo, Twitter è stato indicato come il termine più popolare sul Web nel 2009. Una notorietà in perenne ascesa frutto anche delle interazioni con altri social network quali LinkedIn e Facebook, oltre che a preziose collaborazioni con altri giganti della Silicon Valley.
A quasi quattro anni dalla sua fondazione, Twitter non si è ancora liberato della denominazione “startup” per volontà stessa dei suoi padri creatori. Probabile che Biz Stone ed Evan Williams vogliano attendere una maggiore stabilità finanziaria prima di fare il grande salto in borsa, dove il tecnofringuello dovrebbe continuare a volare. Per riuscirci in molti sostengono che dovrà proteggersi meglio da attacchi esterni come quello che si è poi scoperto essere un DNS hijiacking: downtime più o meno prolungati potrebbero non essere perdonati dagli azionisti.
Smarcandosi dalle richieste sempre più frequenti circa l’ammontare del conto in banca di Twitter, Biz Stone ha dichiarato di essere particolarmente soddisfatto di quanto fatto nel 2009, riferendosi in questo caso alle importanti partnership che poi hanno permesso il primo vero incasso della storia del suo servizio di microblogging.
Giorgio Pontico