I rapporti tra Europa e Turchia sono destinati a incrinarsi ulteriormente, e di mezzo ora ci sono anche scomodi attacchi hacker . La scorsa notte numerosi profili Twitter in tutto il mondo sono stati violati in uno degli attacchi di massa più estesi degli ultimi anni . Ne hanno subito le conseguenze Unicef, Amnesty International, Starbucks, Eni, Forbes, Boris Becker, Justin Bieber e persino il Parlamento Europeo, con un ritmo di decine di attacchi al minuto. Una rapidità di propagazione tale che fa pensare che l’attacco sia stato perpetrato con un sistema automatico sfruttando TwitterCounter (l’ applicazione di monitoraggio dati per Twitter).
L’evoluzione dell’attacco, monitorabile attraverso l’hashtag condiviso #Nazialmanya, #Nazihollanda e #Nazigermany , sembra essere ancora in corso. Sui profili “bucati” sono stati postati messaggi a favore del governo di Recep Tayyip Erdogan accompagnati da espliciti riferimenti al nazismo (tra cui svastiche), usati per tacciare alcuni Paesi di essere ingiustamente anti-Erdogan.
Nei casi di profili di alto livello l’attacco è stato meno superficiale, includendo anche la sostituzione di immagini dei profili e della testata con chiari riferimenti alla Turchia e al suo esercito. Tra i contenuti veicolati in maniera forzata c’è anche un video celebrativo del presidente turco e un riferimento al referendum del 16 aprile volto ad aumentare i poteri del presidente. Il rischio è che il Paese subisca una pericolosa virata autoritaria (rimanendo nel mondo informatico si ricorda che numerosi servizi online in Turchia vengono inibiti, alla stregua di quanto accade con il regime cinese).
Proprio il referendum, promosso dallo stesso presidente turco, è stato aspramente criticato dall’opinione pubblica e dalla politica di mezza Europa. Sono molti i Paesi membri dell’UE che hanno messo i bastoni tra le ruote alla macchina propagandistica di Erdogan . Paesi come l’Olanda e la Germania (non a caso citati nell’attacco) hanno vietato nelle settimane scorse di tenere comizi politici da parte del presidente turco e del suo entourage in vista del referendum creando non pochi scontri diplomatici che hanno ulteriormente aggravato la stabilità politica internazionale.
Tornando al mondo virtuale, molti dei soggetti colpiti dall’attacco hanno reagito eliminando prontamente i contenuti postati in maniera illegittima e scusandosi con gli utenti. Sull’account del Parlamento Europeo (@Europarl_EN) poco dopo l’attacco si poteva leggere “Buongiorno, abbiamo per un momento perso il controllo di questo account ma ora tutto è tornato alla normalità” ed esempi del genere sono numerosi. Qualcun altro si è limitato a rimuovere i messaggi compromettenti come accaduto sul profilo del “nostro” ItaloTreno (ebbene sì anche lui sotto attacco).
Twitter dal canto suo ha informato gli utenti che gli hacker hanno fatto breccia sfruttando un’applicazione terza e che nessuna azione supplementare è richiesta agli utenti , rimandando comunque ai suggerimenti per la sicurezza dell’account.
Omer Ginor, CEO di TwitterCounter (l’app colpevole) ha confermato che alla loro applicazione sono stati inibiti i permessi di pubblicazione al fine di eliminare la minaccia in corso e ha precisato che l’azienda “non immagazzina alcuna credenziale d’accesso degli utenti di Twitter e nemmeno informazioni sulle carte di credito”. Basterà per rassicurare gli utenti?
Mirko Zago