Che la natura e la destinazione d’uso di Twitter siano in costante mutamento è cosa nota. Lo dimostra tra le altre cose il debutto dato ormai quasi per certo di alcune funzionalità a pagamento. Potrebbe non trattarsi dell’unica novità in arrivo prossimamente sul il social network, come anticipato in un sondaggio sottoposto nei giorni scorsi ad alcuni utenti.
Twitter pensa alle reazioni e al pulsante dislike
A testimoniarlo le immagini allegate qui sotto. Il riferimento è alla possibile introduzione delle reazioni già viste altrove (Facebook) per rispondere ai post andando oltre la semplice attribuzione di un like. Tra quelle considerate una emoji che ride, un’altra con sguardo interessato, una triste accompagnata da una lacrima, una stupita, una che apre la braccia (o alza le mani) in segno di supporto, una arrabbiata e una fiamma per definire “hot” un contenuto.
Per this survey I just took, Twitter is considering adding emoji reaction sets and downvoting. I think either of those might be what forces me off this site. pic.twitter.com/uEgtmrSk7F
— john d moore (@jdm0079) March 18, 2021
Ancor più interessante la domanda del questionario che include un riferimento preciso al dislike (o downvote), pulsante utile per attribuire un voto negativo ai tweet, un po’ come avviene su Reddit.
Immagina che il tweet pubblicato riceva un downvote/dislike. Quale delle seguenti risposte meglio descrive la tua visione?
Le opzioni fornite sono: Potrei esitare a pubblicare in futuro per paura di ricevere reazioni negative
, Potrei utilizzare il feedback ricevuto in modo costruttivo per creare post migliori in futuro
, Sarebbe utile sapere quando le persone non sono d’accordo con ciò che pubblico
, Apprezzerei il feedback sul mio post
, Penserei che gli utenti prestano attenzione a ciò che pubblico
, Non mi piacerebbe ricevere una reazione negativa
e Mi sentirei giudicato e non a mio agio
.
La piattaforma sta dunque indagando se la sua implementazione potrebbe in qualche modo influire, positivamente o meno, sulla inclinazione degli utenti a pubblicare nuovi post. Altri servizi come YouTube si sono già trovati a dover fare i conti con abusi legati alla funzionalità.