Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno, ha ricordato nuovamente a Elon Musk che Twitter dovrà rispettare il DSA (Digital Services Act) che verrà applicato dal 17 febbraio 2024. In caso contrario, l’azienda californiana rischia sanzioni fino al 6% delle entrate globali e la sospensione del servizio in Europa. Il nuovo proprietario e CEO ha promesso di rispettare la legge, ma la chiusura dell’ufficio di Bruxelles non è certamente un buon inizio.
Twitter 2.0: la checklist dell’Europa
Thierry Breton ha pubblicato un tweet per comunicare che Musk apporterà tutte le modifiche necessarie per rispettare la legge sui servizi digitali. Il commissario europeo ha tuttavia sottolineato che c’è ancora molto lavoro da fare. L’azienda californiana dovrà “implementare politiche trasparenti, rafforzare in modo significativo la moderazione dei contenuti e contrastare la disinformazione“.
I welcome @elonmusk's intent to get Twitter 2.0 ready for the #DSA🇪🇺
Huge work ahead still — as Twitter will have to implement transparent user policies, significantly reinforce content moderation and tackle disinformation.
Looking forward to seeing progress in all these areas. pic.twitter.com/Nc7sGlb9YL
— Thierry Breton (@ThierryBreton) November 30, 2022
Breton ha successivamente pubblicato su Mastodon una checklist in cinque punti per evidenziare le criticità da risolvere. Twitter dovrà innanzitutto migliorare la moderazione dei contenuti, utilizzando adeguate risorse (umane e IA) per cancellare velocemente i contenuti illegali. L’azienda dovrà anche contrastare la disinformazione, penalizzando i tweet e aggiungere riferimenti a fonti autorevoli (come aveva fatto per i contenuti su virus e vaccini).
Altri obblighi previsti dal DSA riguardano la trasparenza nell’applicazione delle regole, la nomina di un responsabile che verificherà il rispetto del DSA e un auditor di terze parti. Twitter non dovrà infine pubblicare inserzioni basate sui dati dei minori e su altre informazioni sensibili, come orientamento sessuale o religione.
L’azienda ha ribadito con un recente comunicato ufficiale che le regole di moderazione non sono state cambiate (in realtà è stata eliminata quella sul COVID-19, ndr). Il vero dubbio è se il numero di dipendenti attuali sarà sufficiente per soddisfare le richieste dell’Europa.