A sette anni dalla propria nascita, dopo aver conquistato stormi di cittadini della rete, Twitter ha annunciato la sua offerta pubblica iniziale (IPO).
Wève confidentially submitted an S-1 to the SEC for a planned IPO. This Tweet does not constitute an offer of any securities for sale.
– Twitter (@twitter) September 12, 2013
135 caratteri per comunicare l’essenziale: i documenti sono stati depositati presso la US Securities and Exchange Commission (SEC), Twitter è pronta per quotarsi in Borsa . Una mossa non certo inattesa , nonostante le periodiche smentite da parte dei vertici dell’azienda.
L’operazione di Twitter è stata condotta con una procedura prevista dal Jumpstart Our Business Startups (JOBS) Act del 2012, riservata alle aziende emergenti: l’azienda ha depositato gli incartamenti presso la SEC in maniera confidenziale , con la possibilità di emendare i propri documenti aggiornandoli ad un contesto in evoluzione senza che nulla trapeli presso i potenziali investitori e, soprattutto, senza l’obbligo di dover rivelare in anticipo al mercato dati quali numero di utenti, fatturato, guadagni e via dicendo. Solo 21 giorni prima del road show ingaggiato per preparare il lancio in Borsa Twitter sarà tenuta a rendere pubblici i documenti, con il vantaggio dunque di poter sondare il terreno presso le autorità e presso il mercato ma, secondo alcuni , con lo svantaggio di rinunciare all’appeal presso piccoli e medi investitori.
Tuttavia, proprio questa scelta consente di avere una certezza riguardo a Twitter: il suo fatturato annuale vale meno di un miliardo di dollari . Non che si tratti di una sorpresa: nonostante i suoi 200 milioni di utenti attivi e i 400 milioni di cinguettii quotidiani festeggiati nei mesi scorsi, nonostante la fiducia dei venture capitalist, che gli ha consentito di raggranellare fondi per 1,6 miliardi di dollari, nonostante il successo sul mercato mobile e le fruttuose iniziative sul fronte dell’advertising, Twitter avrebbe raggiunto il profitto nel dicembre dello scorso anno con un fatturato trimestrale di oltre 100 milioni di dollari e un fatturato annuale stimato in 350 milioni di dollari. Gli investimenti condotti nel corso del 2013, fra cui la dispendiosa acquisizione della startup MoPub, potrebbero non garantire un bilancio altrettanto roseo: gli analisti prevedono che il fatturato annuale per il 2013 possa aggirarsi intorno ai 600 milioni di dollari, per sfiorare il miliardo nel 2014.
Ma quanto vale Twitter? Secondo numerosi analisti (ma esistono delle eccezioni ), sulla base degli scambi sul mercato secondario l’azienda varrebbe tra i 14 e i 16 miliardi di dollari: un balzo non indifferente rispetto alle valutazioni che nel mese di gennaio stimavano un valore tra i 9 miliardi e gli 11 miliardi di dollari.
Secondo indiscrezioni catturate da Fortune , Twitter potrebbe scoprire le proprie carte prima del previsto, entro la fine del 2013. Goldman Sachs, si vocifera , sarebbe fra i principali attori dell’operazione. Twitter ha spiegato le ali alla volta della quotazione in Borsa, e verso un futuro sempre più orientato al mercato : ora è il momento di tornare al lavoro.
Now, back to work. pic.twitter.com/e4lK8e7pY9
– Twitter (@twitter) September 12, 2013
Gaia Bottà