Twitter intende gettare un secchio d’acqua ghiacciata sui toni che il linguaggio assume in certe discussioni, così da evitare che un riversamento eccessivo di bile nei tweet possa creare un clima ostile e dannoso per l’intera community. I test sono stati efficienti e la misura entrerà così presto a regime: quando si pubblicano tweet dai toni eccessivamente coloriti, il social network proporrà allo scrivente un attimo di riflessione: perché non cambiare qualche parola ed edulcorare il messaggio pur senza doverne cambiare il significato? Questione di equilibrio ed educazione, suvvia.
Twitter consiglia l’educazione verbale
Twitter bacchettone? Non esattamente. Il fatto è che la comunicazione dentro una community ha equilibri e dinamiche particolari, tali per cui le espressioni colorite possono facilmente dar adito ad escalation di insulti, attacchi, attriti. Il ciclo è notoriamente vizioso, compresso verso il basso, tendente alla negatività. Ecco perché Twitter chiede agli utenti un atto di consapevolezza, cercando di mantenere i messaggi equilibrati per far sì che l’intera community possa essere più accogliente per tutti.
Una semplice pagina che consiglia la modifica del tweet: a quanto pare, funziona. Secondo quanto emerso il 34% di coloro i quali hanno visualizzato questo avviso hanno evitato la pubblicazione del tweet – chissà se nel lungo periodo l’assuefazione al messaggio creerà maggior educazione o minor attenzione. Alla luce dei test effettuati, ed in base ai precedenti rapporti tessuti sul network da parte di mittente e destinatario, Twitter valuterà se suggerire modifiche alle parole più “accese” o meno. Il network sarà dunque più tollerante nei messaggi tra persone che comunicano spesso (ove il codice linguistico ammette maggiori deroghe e leggerezza propri di una maggior intimità di rapporto) e sarà invece più restrittivo quando i messaggi sono tra sconosciuti e il rischio di mal interpretare l’approccio può essere decisamente superiore.
Succedeva già nel Decameron, dove i riferimenti sessuali erano sviluppati in lunghe similitudini, a differenza dei fabliaux di 100 anni prima nei quali di pudore non v’era traccia. Il messaggio era il medesimo, ma una nuova maturata consapevolezza generò la necessità di messaggi con una foglia di fico di fronte, a coprire vergogne ed a limitare l’impatto del messaggio verbale. Questioni di ecologia ed evoluzione comunicativa, che ora si ripetono a distanza di secoli in una declinazione “social” ove sul linguaggio ancor molto si potrà lavorare.
Twitter parte da qui, chiedendo di moderare il linguaggio. Il che a volte è un fastidio, ma a volte è un ottimo consiglio di normale, quotidiana, educazione.