Le azioni di Twitter sono in questo momento quotate a Wall Street con un ribasso del 19% rispetto alla giornata di ieri: la caduta è conseguente alla comunicazione trimestrale del gruppo, ancora una volta deludente, ancora una volta tale da bruciare tutto quel che di buono era andato accumulandosi negli ultimi mesi di progressiva crescita.
Twitter: i motivi del crollo
A far crollare la quotazione è la semplice fotografia economica del trimestre. Nonostante una crescita relativa dell’utenza, una serie di problemi hanno limitato la monetizzazione del social network e ristretto così nuovamente gli introiti rispetto alle previsioni. Molti gli argomenti utilizzati da Jack Dorsey per spiegare l’accaduto, tra i quali anche i necessari interventi per limitare abusi e falsi account. Ned Segal, CFO del gruppo, spiega invece che questi numeri sono il costo di un investimento di lungo periodo destinato a dare risultati in divenire: migliori formati pubblicitari, community più stabile e altri elementi miglioreranno il valore di ogni singolo utente ed ogni singolo tweet.
Da Bloomberg giunge però un colpo ancor più serio ai giudizi sul gruppo: una volta rimosso un sistema irregolare di utilizzo dei dati personali per il targeting pubblicitario, le performance sarebbero crollate e questo sarebbe alla base dei problemi di monetizzazione di questi mesi.
Twitter earnings are out. High level: Revenue & projected Q4 guidance were a miss. User growth was what analysts expected.
The numbers:⁰⁰
* Q3 revenue $824M (est. $876m)
* Q4 Guidance $940M-$1.01B (est. $1.06B)
* New daily users in Q3: 6 million. Twitter has 145m DAUs$TWTR— Kurt Wagner (@KurtWagner8) October 24, 2019
Con la caduta di queste ore il gruppo torna alle quotazioni di metà 2018, bruciando in poche ore tutto il guadagno del 2019. Se la scommessa di lungo periodo dovrà dare i propri risultati, dovrà darli repentinamente: per gli azionisti, a 90 anni esatti dall’inizio della grande crisi del ’29, non è questa una buona giornata.