Twitter, via libera alle richieste di verifica

Twitter, via libera alle richieste di verifica

Il social network dei cinguettii fa marcia indietro e reintroduce, per tutti, la possibilità di inoltrare richiesta di verifica account
Il social network dei cinguettii fa marcia indietro e reintroduce, per tutti, la possibilità di inoltrare richiesta di verifica account

Gli appassionati del “mondo cinguettante” hanno da tempo imparato a riconoscere gli account verificati da quelli potenzialmente non autentici grazie alla presenza di un bollino blu con spunta bianca. La possibilità di essere fregiati di cotanto onore, però, era finora sottoposta a una scelta operata direttamente dallo staff Twitter. I profili verificati sono al momento 187.000 , ovvero lo 0,06 per cento degli iscritti , e appartengono esclusivamente a persone famose o di pubblico interesse. Questo dato, però, è destinato a una crescita esponenziale.

La famosa spunta sul profilo di Edward Snowden

Un post pubblicato sul blog ufficiale Twitter , mette in evidenza l’intenzione di cambiare lo status quo. Chiunque, da subito, potrà fare richiesta per verificare il proprio account.

L’utente dovrà fornire un numero di telefono e un indirizzo email (necessari per la verifica), delle foto per il profilo e l’header, una data di nascita, un sito Internet e un’impostazione che preveda che i tweet vengano postati come pubblici; inoltre, verrà chiesto di specificare il motivo di tale richiesta.

Circa le tempistiche di approvazione non si fa cenno, ma è facile ipotizzare che andranno per le lunghe, considerando l’alto numero di richieste che pioveranno da parte degli utenti soprattutto nelle prime settimane. Questa iniziativa, nei piani di Twitter, aiuterà le persone a trovare account di qualità da seguire e connetterà i profili verificati ad un pubblico più vasto.

Rimane in dubbio, però, il perché il social network abbia fatto questo passo indietro, rimettendo a disposizione un sistema di verifica che fino al 2009 permetteva a chiunque di inoltrare richiesta seguendo la stessa metodologia (e in seguito sostituita dalla verifica manuale da parte del team di Twitter).

Pasquale De Rose

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Pubblicato il
21 lug 2016
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