Fin dai primi momenti delle contrattazioni sulle azioni pubbliche di Twitter in Borsa è stato chiaro che il tecnofringuello si era tenuto decisamente basso con la prima stima del suo valore: tanto che i 26 dollari chiesti in occasione della IPO sono subito stati superati dalle offerte effettuate dagli investitori del New York Stock Exchange . Così, il valore delle quote di TWTR ha superato anche quota 45 e chiuso a 44,90 dollari, più del 70 per cento del valore previsto .
Nonostante l’assoluta tranquillità dell'”uomo con la gomma da masticare” nel bel mezzo dell’eccitazione da IPO di Twitter (un meme che ha spopolato nella giornata di ieri), l’interesse nei confronti delle azioni del tecnofringuello è stato notevole e in parte inaspettato.
Tutto questo ha permesso a Twitter di veder raddoppiate le sue aspettative: si attendeva di racimolare sul mercato azionario 1,8 miliardi di dollari con una valutazione complessiva dell’azienda pari a circa 14 miliardi di dollari, ma ha ottenuto una valutazione complessiva di oltre 30 miliardi di dollari.
Tuttavia, non avendolo previsto, il tecnofringuello ha di fatto finito per perdere parte dell’incasso potenziale. L’ulteriore guadagno, scaturito dalla compravendita immediatamente successiva delle azioni, è finito nelle tasche delle banche e dei loro clienti che avevano accettato di comprare quote azionarie in anticipo pagandole anche qualcosa in meno rispetto ai 26 dollari dell’IPO.
In un certo senso, dunque, Twitter ha cercato di evitare la situazione in cui si è trovata Facebook , ma si è ritrovata in una situazione quasi opposta: vedendo al ribasso la stima del valore delle sue azioni, Twitter ha perso potenzialmente almeno 1,25 miliardi di dollari .
In ogni caso, per il momento gli utenti di Twitter risultano avere un valore maggiore di quello di Facebook al suo debutto. Rispetto al social network in blu, d’altronde, sono altri gli aspetti di differenza : Twitter, innanzitutto, ha fatto il suo esordio in Borsa molto prima di Facebook rispetto al suo livello di sviluppo, non essendo – per esempio – finanziariamente ancora in attivo, e con molte meno azioni messe a disposizione del mercato.
Saranno le prossime contrattazioni (e dunque il tempo) a decretare se questo valore è legato a concrete logiche di mercato o non sia piuttosto conseguenza dei meccanismi che si innescano durante la concitazione delle contrattazioni in Borsa.
Claudio Tamburrino