Essere sulla bocca di tutti è stato il primo grande successo delle U-Mask, iconiche mascherine di protezione che negli ultimi mesi hanno spopolato anche grazie ad una lunga serie di testimonial d’eccellenza. Ma essere sulla bocca di tutti è ora anche un pericolo visto che il vento è improvvisamente cambiato attorno al progetto. Secondo le accuse, infatti, il potere filtrante delle mascherine sarebbe di molto inferiore rispetto a quanto dichiarato e ciò ha portato dapprima alla cattiva pubblicità in tv (ne ha parlato Striscia la Notizia) e quindi alle indagini vere e proprie da parte della Procura.
Insomma: le mascherine da 30 euro proteggono di più o di meno rispetto a quelle da 35 centesimi? Le U-Mask ed i loro filtri da 200 ore raggiungono il 98-99% o si fermano molto prima? Il valore di vendita è all’altezza delle promesse dichiarate? La partita si gioca attorno a questi interrogativo.
U-Mask, ora la verità
Sulla vicenda c’è poco da aggiungere in questa fase, visto che da una parte ci sono le accuse della concorrenza e dall’altra c’è la difesa d’ufficio dell’azienda. Quella che si definisce “la prima mascherina biotech al mondo” (arricchita da materiali in grado di effettuare una protezione interna oltre che una perimetrale) dovrà rispondere anzitutto alle prove tecniche di laboratorio, dove la qualità sarà certificata nuovamente a riprova delle promesse del gruppo. Questo lo statement pubblicato dalla stessa U-Mask su Facebook:
Confermiamo che questa mattina su richiesta della Procura della Repubblica di Milano è stata svolta un’acquisizione documentale sul nostro prodotto U-Mask e che questa sera andrà in onda un servizio di Striscia la Notizia, palesemente teso a screditare le nostre mascherine U-Mask. Abbiamo collaborato attivamente con gli inquirenti e ribadiamo che il prodotto U-Mask rispetta pienamente le norme e le leggi in materia. Tutta la documentazione tecnica relativa ai nostri dispositivi è stata a suo tempo inviata – come prescritto dalla legge – alle Autorità competenti (Ministero della Salute) che, preso atto della correttezza della documentazione accompagnatoria e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l’approvazione e la registrazione come dispositivi medici di classe uno. Siamo certi che le indagini in corso chiariranno la trasparenza del nostro operato. Già nelle prossime ore sono previste azioni dei nostri avvocati volte a fare chiarezza e a dare utili contributi all’indagine. Per queste ragioni, non possiamo rispondere ai commenti.
Da parte sua la procura ha sequestrato alcune unità in distribuzione per poter effettuare test indipendenti di laboratorio utili a certificare la bontà del potere filtrante delle mascherine in esame.
Le certificazioni U-Mask
Il sito ufficiale contiene una lunga serie di documenti relativi alle certificazioni ottenute dal gruppo per i propri prodotti. Resta da capire al momento se ad essere contestate siano queste stesse certificazioni o se si contesti una difformità tra le realtà certificate sulla carta e quelle disponibili sul mercato. Di fatto comunque le U-Mask hanno a disposizione:
- test di efficacia della proliferazione antimicrobica Biolayer (pdf)
- Certificazione CE (pdf)
- Certificato del Ministero della Salute (pdf)
- Seal of Excellence della Comunità Europea (pdf)
Tra i commenti di queste ore molti utenti lamentano che il sito tempo fa promettesse una protezione di tipo FPP3 (della quale non si trova invece ora traccia). Ad oggi il sito sembra promettere comunque una qualità superiore ad una FPP2/N95 (lo si intuisce da una grafica che mostra migliori risultanze in una immagine che sembra poter essere di laboratorio, senza precisazioni ulteriori).
In pagina, in ogni caso, è esplicitato che “U-mask Model 2 e registrata come Dispositivo Medico di Classe 1 e non come DPI“.
Al centro della scena si sono i ricercatori U-Earth, attori primi dello sviluppo del “Bio-layer” che blocca lo sviluppo degli agenti patogeni invece di inibirne semplicemente l’ingresso nell’area di respirazione.
Insieme a un team di ricercatori Italiani, abbiamo identificato una molecola in grado di inibire la crescita di batteri e microbi che limita fortemente il rischio di contrarre microrganismi resistenti a più farmaci e trasmettere agenti patogeni tra gli esseri umani. È una miscela polimerica contenente un principio attivo naturale che viene fissato su uno strato di tessuto di filtrazione grazie a una procedura proprietaria.
Questa promessa dovrà essere ora vagliata dagli esperti nominati dalla Procura: un passaggio decisivo per validare o affondare l’immagine di U-Mask.