Esattamente come accadde per il predecessore How to dismantle an atomic bomb , il nuovo lavoro in studio di Bono Vox e compari è finito in rete prima dell’uscita ufficiale del disco, costringendo la band e il suo entourage a ridisegnare, seppur solo in parte, le manovre previste per il rilascio. Dopo l’errore commesso da un sito di proprietà della divisione australiana di Universal, la band ha infatti deciso di mettere l’intero album in preview completa su MySpace. Salvo poi ripensarci.
Atteso da più di quattro anni, il nuovo album del gruppo irlandese intitolato No lines on horizon è previsto nei negozi per il prossimo 3 marzo, data che sarebbe sfuggita a qualcuno dello staff di getmusic.com.au che avrebbe inavvertitamente reso l’intero album disponibile all’acquisto per quasi un’intera settimana: a confermarlo è uno dei responsabili di un fanblog dedicato alla band, con tanto di screenshot alla notifica di pagamento effettuato tramite PayPal. L’incauta mossa, di cui non si conosce ancora l’effettivo responsabile che i fan della band chiedono cortesemente di non licenziare, ha fatto finire in breve tempo i brani sui popolosi lidi di BitTorrent e su altre piattaforme di file sharing.
In realtà quest’ultimo leak, anche se casuale, è il secondo capitato all’atteso disco del gruppo: il responsabile del primo ratto è stato, seppur in maniera volontaria, nientemeno che Bono Vox in persona, reo di aver diffuso ben quattro delle blindatissime tracce del nuovo disco direttamente dallo stereo della sua villa francese. Quelle tracce, presenti oggi nella tracklist ufficiale del disco, furono prontamente registrate tramite cellulare da un agguerrito fan appostato nei pressi e, in seguito, rilasciate sul web nonostante la pessima qualità.
Da allora, il management della band ha imposto un serio protocollo a tutela del disco , eliminando l’usanza promozionale di inviare ai vari media alcune copie dell’opera prima del rilascio. Una lezione, quest’ultima, imparata proprio durante il periodo promozionale del predecessore di No lines on the horizon : stando a quanto riportato dalla cronaca, la band sarebbe stata derubata di una copia del disco rilasciato nel tardo 2004 proprio durante una sessione di foto promozionali. Memori delle precedenti batoste, i vertici dell’azienda-U2 hanno quindi blindato ogni aspetto della promozione, organizzando dei veri e propri listening party per la stampa specializzata, eventi super controllati a cui non erano ammessi dispositivi elettronici di alcun genere.
Visto questo atteggiamento, farà di sicuro sorridere qualcuno l’idea che nonostante l’iperprotettività sfoggiata sia dalla band che dalla label, la diffusione online del disco sia avvenuta proprio grazie alla piattaforma digitale della stessa Universal. Di sicuro, la persona meno contenta di tutti sarà proprio il manager della band, Paul McGuinness , da tempo al centro di una serrata campagna antipirateria, che individua negli ISP i corresponsabili di un fenomeno che a suo dire sta letteralmente facendo a pezzi l’industria discografica.
Inoltre, sulla vicenda sarebbe piombata anche RIAA: secondo alcuni rumors circolati in rete nelle scorse ore, l’industria dei contenuti musicali avrebbe chiesto a Last.fm di consegnare un discreto malloppo di informazioni relative all’account di utenti tracciati da Scrobbler, il software fornito dal sito di playlist musicali che consente di archiviare le preferenze degli utenti, registrando qualsiasi cosa venga riprodotta. Nelle intenzioni di RIAA vi sarebbe stata quindi anche quella di scoprire chi e come stava ascoltando i brani inediti, per poi agire di conseguenza.
Com’è logico la notizia ha generato un vero e proprio polverone fatto di critiche e di polemiche. La smentita di Last.fm, comunque non ha tardato ad arrivare: “Non abbiamo mai avuto una richiesta del genere da nessuno, e anche se così fosse non acconsentiremmo” chiarisce a TechCrunch Russ Garrett, membro dello staff del sito. “Certamente noi forniamo statistiche alle varie label, ma non relative all’attività degli utenti: i dati che forniamo loro sono relativi soltanto agli artisti e al loro livello di gradimento o di popolarità – continua – e non c’è modo alcuno di associare tali informazioni agli account di determinati utenti”.
Tornando a parlare del nuovo disco, l’intera vicenda si è poi colorata di giallo nelle ultime ore: in perfetta coincidenza con l’inizio della diffusione dei brani sui canali del P2P, l’intero album era stato rilasciato in versione integrale ed in qualità audio elevata sul MySpace ufficiale della band. Nonostante i più maliziosi vedano in questa mossa un tentativo estremo di salvare in extremis faccia e risultato, secondo i vertici del social network il rilascio in streaming del disco era stato previsto e concordato da tempo con il management della band, seguendo il trend cui hanno aderito anche Oasis e, per citare la realtà italiana, i torinesi Linea 77 .
A quanto pare, qualcosa però sarebbe cambiato: nonostante il periodo di streaming fosse stato fissato tra il 20 di febbraio e il 3 di marzo, da qualche ora sulla pagina dedicata alla band appare solo uno stralcio di Get on your boots quello che sarà il primo singolo estratto dal disco. Per qualche motivo non meglio specificato, i brani non sono più disponibili: cliccando su questo indirizzo è possibile visualizzare l’intera tracklist, ma non c’è verso di riprodurre i brani. Al momento non è dato sapere altro: il sito della band è in fase di stallo e sarà ripristinato con tutta probabilità dopo l’uscita del disco.
Vincenzo Gentile