Uber è pronta a cambiar faccia, passando dall’essere un servizio inviso ai tassisti di tutto il mondo al diventare una commistione tra un servizio di trasporto su commissione ed un servizio di bike sharing. Non sarà peraltro un cambio senza conseguenze di breve periodo, anzi: l’amministratore delegato Dara Khosrowshahi immagina importanti costi da affrontare nel breve periodo, ma tutto ciò nella direzione di una visione destinata ad espletarsi in prospettiva.
Sebbene il bilancio sia oggi un problema grave e immediato, insomma, la visione è tutto: il CEO dimostra la sicurezza della propria impostazione spiegando che le novità sono destinate a dare maggior efficienza complessiva al sistema Uber ed al modo in cui Uber andrà ad interagire con la mobilità locale. La nuova Uber, quindi, sarà costruita nella prospettiva di quella “urban mobility platform” che Khosrowshahi ha in mente: una piattaforma a tutto tondo che non deve solo reinterpretare il modo di trasportare persone in città, ma deve anche saper integrarsi alle esigenze degli utenti stessi e della rete urbana.
Meglio Uber saprà interpretare le esigenze emergenti dal mondo della mobilità, maggiore sarà la velocità con cui riuscirà ad imporsi come canale preferenziale per gli spostamenti. Qualunque sia il mezzo di locomozione scelto (o consigliato) per raggiungere la meta. Nel futuro non c’è solo la mobilità autonoma, insomma: il lungo periodo ha anche molto altro da raccontare.
Biciclette e scooter elettrici
L’idea di base è quella per cui le auto di Uber non siano in grado di offrire un servizio sufficientemente efficiente e capillare: in certi casi ci sono altri mezzi che possono dimostrarsi migliori, offrendo quindi un servizio di maggior efficienza a tutto vantaggio degli utenti, dei flussi di mobilità e della stessa Uber. Il futuro è quindi a due ruote: bici elettriche e scooter elettrici sono destinati ad entrare nella flotta di Uber per raggiungere un tasso di qualità mai finora immaginato.
L’acquisto di Jump risalente al mese di aprile, quindi, non è che il primo tassello della nuova strategia: le bici elettriche del servizio sono oggi disponibili in otto città USA e presto arriveranno a Berlino, aprendo così la strada anche al mercato europeo. L’introduzione degli scooter arriverà in parallelo, ma al momento non sono stati diramati ulteriori dettagli in merito. Bici e scooter assolveranno alla medesima funzione: mantenere l’utente sul servizio anche quando la durata e la lunghezza degli spostamenti non sono logicamente convenienti (o efficienti, o desiderabili) con un’automobile.
Quello che Uber intende fare, insomma, è una piattaforma per gli spostamenti che mette assieme i tradizionali servizi automobilistici, uno scooter-sharing (del tipo già sperimentato in Italia da Enjoy) ed un bike sharing in stile Ofo o Mobike. Il tutto in grande stile, con il supporto dell’elettrico e della tecnologia Uber, integrando ogni singolo mezzo all’interno di una sola grande rete per la mobilità intelligente diffusa sul territorio.
Si partirà inevitabilmente dalle grandi città, dove i grandi numeri sono in grado di supportare una visione di questo tipo. Khosrowshahi, del resto, se ne dice convinto: il maggior competitor di Uber non sono gli altri servizi di car sharing, car pooling, bike sharing o cos’altro. L’unica vera competizione arriva dalle auto di proprietà, elemento che Uber ha la necessità di smontare alla radice per potersi offrire come alternativa. Ogni utente sottratto alla logica della proprietà è un utente disponibile sul mercato, e si tratta in tal caso di un mercato dal potenziale inestimabile. Ecco perché il CEO crede nelle prospettive di lungo periodo e non ha paura di affrontare i costi di breve gittata: la visione è tutto e per Uber è anche qualcosa di più.
L’investimento Toyota
Contestualmente all’annuncio sul futuro del gruppo, Uber riceve una generosa pacca sulla spalla da parte di un colosso come Toyota: il gruppo avrebbe infatti investito ben 500 milioni di dollari nel gruppo (portandone la valutazione a quota 72 miliardi), con l’obiettivo di sviluppare assieme il futuro della mobilità autonoma. Al momento l’affare non è stato tuttavia confermato e non sono disponibili ulteriori dettagli sulla stretta di mano tra i due brand.