Che Nokia abbia intenzione di cedere la propria divisione dedicata alle mappe, HERE, è cosa nota : la lista dei soggetti interessati all’acquisizione è nutrita, alimentata da speculazioni e voci di corridoio che spaziano fra case automobilistiche e Facebook, tra Apple e fondi di investimento. Le indiscrezioni di giornata ora si spingono oltre: Uber, già non ufficialmente annoverata nella lista dei potenziali acquirenti, avrebbe formulato un’offerta.
Il New York Times , sulla base di tre diverse fonti, quantifica la proposta messa sul piatto da Uner in 3 miliardi di dollari . Uber e Nokia si sono ben guardate dal confermare alcunché riguardo alle negoziazioni, ma gli analisti sostengono che l’ipotesi della zampata da parte del servizio di trasporti privati sia plausibile.
Uber, nelle sue numerosissime declinazioni di app e servizi, si configura ormai come un’azienda che conta tutto sulla logistica. Per un business di questo tipo, una infrastruttura tecnologica solida e flessibile per gestire dati relativi alla mappatura del territorio rappresenta un patrimonio di valore, ma complesso da assemblare. Per ora Uber si appoggia sui dati di Google, di Apple e di altri attori di settore, oltre che sui propri, ed ha tentato di avvantaggiarsi nei mesi scorsi con l’ acquisizione di DeCarta, startup operativa nell’ambito della mappatura: appropriarsi di HERE significherebbe per Uber affrancarsi dai servizi di terze parti e poter mettere a frutto un servizio che detiene l’80 per cento del mercato dei sistemi di navigazione integrati sulle automobili.
Proprio per questo motivo, le trattative intavolate da Uber concorrono con quelle del settore automobilistico: sempre il New York Times , a conferma di quanto speculava il Wall Street Journal nei giorni scorsi a proposito di un’offerta da “oltre 2 miliardi di dollari”, sostiene che un consorzio di produttori di automobili tedesco che comprende BMW, Audi e Mercedes-Benz e che starebbe agendo con il supporto del colosso cinese Baidu starebbe rivaleggiando con la proposta di Uber. Probabilmente più vicini a conseguire dei risultati concreti nell’ambito delle driverless car, per cui anche Uber ha avviato dei progetti di ricerca, sfrutterebbero HERE per conquistarsi l’indipendenza e far fruttare il servizio concedendolo in licenza alle parti interessate.
Gaia Bottà