Arriva dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano la notizia del commissariamento di Uber Italy. La decisione è stata presa in seguito all’analisi delle modalità di impiego dei rider impegnati dal servizio Uber Eats per la consegna del cibo a domicilio, equiparate al caporalato.
Caporalato sui rider: Uber Italy commissariata
La divisione italiana del gruppo di San Francisco è dunque in amministrazione giudiziaria. A coordinare l’azione il pm Paolo Storari e il procuratore aggiunto Alessandra Dolci. L’indagine è ancora in corso con il coinvolgimento del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle al fine di chiarire nel dettaglio come si configura lo sfruttamento di coloro che si occupano di gestire gli ordini inoltrati dai clienti tramite app, portando le pietanze dai ristoranti alle abitazioni. Stando a quanto reso noto gli accertamenti hanno preso il via nel giugno dello scorso anno in seguito a una serie di segnalazioni raccolte dai diretti interessati.
Una tegola sul capo di Uber, proprio nel periodo in cui il food delivery ha registrato un forte incremento della domanda a livello globale in conseguenza alla crisi sanitaria che negli ultimi mesi ha tenuto bloccate in casa intere popolazioni.
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In Italia il servizio di Uber Eats è attivo nelle città di Milano, Roma, Torino, Bari, Genova, Trieste, Bologna, Rimini, Catania, Napoli, Firenze e Palermo. Il debutto oltreoceano è avvenuto nel 2014 con l’obiettivo di estendere il raggio d’azione del gruppo fino ad allora concentrato esclusivamente sul trasporto passeggeri mediante piattaforma di ride sharing.