Se c’è un segno che il successo di Uber sia ormai consolidato non può che essere trovato nella città che per antonomasia viene associata al servizio dei taxi, New York: a quanto pare le macchine dell’app hanno superato per numero (14.088) le macchine gialle (13.587). Questo, nonostante Uber non abbia da nessuna parte vita facile, inseguita da proteste, cause e proposte di legge per inquadrarne il servizio nelle miriadi di leggi locali.
Negli Stati Uniti, per esempio, sta entrando nel vivo il processo californiano che la vede sul banco degli imputati con l’accusa di non aver regolarizzato l’assunzione dei suoi autisti , e che in particolare secondo i giudici devono essere considerati veri e propri impiegati.
Causa simile è stata d’altra parte aperta sempre in California anche nei confronti di Lyft, la startup dedicata al ride-sharing che annovera ora tra i suoi investitori anche il gigante giapponese dell’ecommerce Rakuten, segno che tali procedimenti possono segnare un punto sulla questione giuridica in questione e sull’organizzazione generale delle due startup.
Per entrambe, ed in particolare per Uber, che ha già fatto il suo esordio in mezzo mondo, sul banco rimangono poi le questioni relative al rispetto delle diverse leggi locali che regolamentano i servizi di taxi e gli NCC e le norme di sicurezza ed in materia di gestione dei dati.
Sono d’altra parte diversi i casi e le motivazioni anti-Uber: dopo le cause in India , Taiwan ed in Europa , sempre in California, per esempio, Uber è stata denunciata dai tassisti anche per pubblicità ingannevole, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei viaggiatori.
Per l’Italia, nel frattempo, è in Lombardia che si sta concretizzando l’ipotesi di una legge ad hoc, la proposta di legge 187 contenente “Disposizioni per la razionalizzazione dell’utilizzo delle nuove tecnologie al fine di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di servizi di trasporto pubblico locale non di linea”: nonostante il nome sembra puntare a limitare fortemente il servizio di noleggio con conducente offerto da Uber in contrapposizione con quello dei taxi. Nelle fasi di concretizzazione della legge è stata chiamata ad intervenire in Regione Lombardia la General Manager per l’Italia di Uber e e l’Amministratrice delegata di MYTAXI.
Sempre in Italia, poi, il Movimento dei Consumatori ha chiesto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di indagare sulle pratiche commerciali di un altro servizio dell’app, UberPop, accusato di essere incompatibile con le norme sui taxi, la sicurezza dei clienti e la trasparenza delle tariffe e dei contratti. Il servizio permette potenzialmente a chiunque di offrire passaggi agli utenti di Uber, fuori da qualsiasi inquadramento professionale.
Nel frattempo la Corea del Sud ha accusato il CEO di Uber di condurre un servizio illegale di taxi e a Parigi le autorità hanno condotto un raid nella sua sede alla ricerca di prove per verificare le accuse mosse nei suoi confronti soprattutto su pressione della categoria dei tassisti.
Ancora più dura e determinata nell’intervento anti-Uber è poi la Germania , che ha bandito il servizio UberPop in seguito alla decisione di un giudice che l’ha trovata in violazione della normativa nazionale sui trasporti ed in particolare per il fatto che sfruttasse autisti non professionisti. Per questo Uber è stata anche ammonita con la minaccia di una sanzione di 250mila euro in caso di ogni nuova violazione.
Claudio Tamburrino