Saranno 3.700 i dipendenti di Uber colpiti dal round di licenziamenti anticipato la scorsa settimana da un’indiscrezione. La conferma è arrivata direttamente dai vertici della società, giustificata con l’esigenza di ridurre le spese in un momento che vede il business contrarsi in modo importante a causa dell’emergenza sanitaria, soprattutto quello legato al ride sharing.
Uber licenzia 3.700 dipendenti
Con intere popolazioni bloccate in casa per la crisi globale il numero di passeggeri che si affidano a Uber (ma anche a suoi concorrenti come Lyft) per gli spostamenti è crollato a picco nel corso degli ultimi due mesi, in tutto il mondo. Riportiamo di seguito in forma tradotta un estratto dalla comunicazione che il CEO Dara Khosrowshahi ha rivolto ai dipendenti.
Con le persone che si spostano meno, la sfortunata realtà è che non c’è abbastanza lavoro per molti dei nostri dipendenti del supporto clienti. Siccome non sappiamo quanto tempo servirà per la ripresa, ci stiamo organizzando per rendere le spese in linea con la dimensione odierna del nostro business. È stata una decisione difficile, ma è la cosa giusta per proteggere la salute dell’azienda nel lungo termine e per assicurarci di uscire più forti da questa crisi.
https://twitter.com/kateconger/status/1258026056235155456
Il CEO ha deciso di rinunciare al proprio compenso fino alla fine dell’anno. Una scelta che non risulta al momento però condivisa dagli altri vertici dell’organigramma. Per il futuro non sono da escludere ulteriori tagli per completare un processo di riorganizzazione del business.