Il colosso del ride sharing non è perseguibile penalmente per l’incidente che lo scorso anno ha visto una delle sue self-driving car investire e uccidere una donna (Elaine Herzberg, 49 anni) sulle strade di Tempe, nelle vicinanze di Phoenix in Arizona, durante una fase di test della tecnologia. A stabilirlo un pubblico ministero della Contea di Yavapai, Sheila Polk.
Uber: l’incidente della self-driving car
La palla passa dunque nelle mani delle autorità locali, chiamate a raccogliere nuove prove su quanto accaduto. La responsabilità potrebbe essere attribuita alla donna che si trovava a bordo dell’automobile (Rafaela Vasquez, 44 anni) al momento dell’impatto: anziché monitorare la strada e intervenire frenando per evitare l’impatto, stando a quanto emerso finora, stava guardando video in streaming sul proprio smartphone, più precisamente una puntata del talent show canoro The Voice. Una distrazione fatale, del tutto evitabile.
Restando in tema, nel mese di dicembre il sito The Information ha pubblicato il contenuto di un’email firmata da Robbie Miller (ex manager del gruppo) e destinata ai dirigenti Uber in cui viene messa nero su bianco la necessità di intervenire su una situazione poco rassicurante, in seguito al verificarsi di numerosi sinistri, fino ad allora senza gravi conseguenze. Il messaggio è datato 13 marzo 2018, pochi giorni prima dell’incidente del 18 marzo. Ne riportiamo un estratto in forma tradotta di seguito.
… le auto sono spesso coinvolte in incidenti che provocano danni. Solitamente è il risultato di un comportamento non corretto dell’operatore o della tecnologia AV. Nel mese di febbraio è stato danneggiato quasi un veicolo ogni giorno. Non possiamo permetterci un impatto ogni 15.000 miglia. Infrazioni ripetute alla guida portano raramente al licenziamento. Alcuni dei conducenti sembrano non essere adeguatamente controllati o formati.
In seguito agli accadimenti del marzo scorso, Uber ha immediatamente interrotto i test della tecnologia di guida autonoma, per poi riprenderli nel mese di dicembre.
Guida autonoma e responsabilità
La vicenda solleva una questione che, piaccia o meno, dovrà per forza di cose essere affrontata prima di mettere piede nella prossima era della mobilità in cui i veicoli saranno in grado di muoversi da soli, senza alcun intervento da parte del fattore umano, ritenuto (a ragione) responsabile di comportamenti talvolta spesso in grado di generare situazioni di pericolo. Andranno stabilite regole precise, passando da una revisione dell’impianto normativo che oggi costituisce il codice della strada. Colmare il gap legislativo sul tema è una priorità tanto quanto intervenire su quello tecnologico.