Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha annunciato di aver raggiunto un accordo con i rappresentanti delle sigle sindacali dei tassisti in base al quale si impegna al riordino del settore in un mese , in sostanziale controtendenza rispetto alle recenti misure che promettevano di trovare spazio di manovra per le soluzioni di mobilità offerte da app come Uber.
L’accordo arriva alla fine di una giornata complicata , durante la quale le strade di Roma sono state infiammate dalla protesta dei tassisti nei confronti della manovra Milleproroghe che al suo interno contiene modifiche destinate a legittimare l’app per il car sharing urbano Uber: con l’iniziale supporto del sindaco Virginia Raggi (che ha poi preso le distanze dagli scontri violenti avvenuti davanti alla sede romana del Partito Democratico) questi sono riusciti a far sentire le proprie ragioni e a costringere il Governo a promettere nei prossimi giorni una riforma che limiti le novità introdotte.
Uber sperava di trovare in Italia una prima apertura con il Decreto Milleproroghe e le misure al suo interno relative al riordino del settore dei trasporti urbani: un lavoro di scalpello contro i sistemi tradizionali di trasporto (e i tassisti in primis) che sta conducendo anche in altri paesi. Mentre la Commissione Europea sta per esempio cercando di trovare una quadratura alla regolamentazione del servizio, la Germania ha bloccato Uber sia a Berlino che ad Amburgo e negli Stati Uniti, in particolare in California, le autorità competenti sono arrivati ad un vero e proprio braccio di ferro con l’app, costretta a rivedere le proprie policy in maniera di gestione dei lavoratori e dei dati degli utenti.
Lo scontro tra Uber e i tassisti era divampato in Italia, in realtà, già ben prima dei giorni scorsi, precisamente nel maggio del 2014: allora era stata Milano a diventare palcoscenico di scioperi ed accese proteste perché in un mercato come quello dei taxi, di difficile accesso per le costose licenze e le dettagliate regolamentazioni, l’arrivo del servizio di car sharing con cui i passeggeri si possono accordare via app ha immediatamente creato un vero e proprio tsunami.
La crisi si era calmata positivamente per i tassisti con la decisione dei giudici, confermata dal Tribunale di Milano, di bloccare in tutto il paese l’app Uberpop e l’obbligo di rientrare in garage tra una chiamata e l’altra per gli autisti UberBlack.
Successivamente la questione era arrivata in Parlamento: la startup aveva trovato un interlocutore pronto ad ascoltarla nell’Autorità dei Trasporti presieduta da Andrea Camanzi. Ribadendo una posizione già espressa in precedenza, nella sua relazione al Senato questo aveva riferito della necessità di una riforma a livello normativo del settore del trasporto di persone nei servizi non di linea, che si era alla fine concretizzata proprio in questi giorni nel Decreto cosiddetto Milleproroghe: al suo interno vi sono infatti modifiche al fine di far emergere tali mercati e favorire l’incontro di domanda e offerta di servizi “in modo trasparente e nel rispetto delle regole applicabili all’attività economica d’impresa”.
Così, presentandole, Linda Lanzillotta parlava di “ottima soluzione” con “regole per tutti, taxi, ncc e Uber”.
Tutto questo, tuttavia, in base all’accordo ora preso con i rappresentanti sindacali dei tassisti, sarà rivisto con un nuovo decreto interministeriale (la cui stesura deve concludersi entro un mese) che dovrà contenere misure “tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia”.
Nel frattempo, il fronte della domanda ha scelto : dopo lo sciopero dei taxi i download di Uber hanno registrato una vera e propria impennata.
Claudio Tamburrino