La nuova Uber di Dara Khosrowshahi fa sul serio quando parla di taxi volanti , un progetto che viene spesso confuso con le auto volanti e che, diversamente da quest’ultima soluzione ancora classificabile come fantascientifica, farà vedere i primi risultati concreti da qui a tre anni.
I taxi volanti di Uber fanno parte del recentemente presentato piano noto come Elevate , e a come la racconta l’azienda si tratta di veicoli a decollo e atterraggio verticale (VTOL) destinati a portare cambiamenti radicali nei contesti cittadini – per non parlare delle routine da pendolari di molti lavoratori delle metropoli americane e non.
I VTOL della flotta di taxi Uber ridurranno le congestioni del traffico su ruote , miglioreranno la qualità dell’aria in giro per il mondo e rappresenteranno una rivoluzione per la vita quotidiana di molte persone, dice la corporation, e ora c’è pure la garanzia del coinvolgimento di NASA .
Uber ha infatti rivelato di aver stretto uno Space Act Agreement con l’agenzia spaziale statunitense per lo sviluppo di un nuovo sistema di controllo per velivoli a bassa quota – magari a guida autonoma ; assieme a Dallas-Fort Worth e Dubai, anche Los Angeles si unirà alle location di sperimentazione del servizio.
E il servizio di taxi volanti, sempre a quanto sostiene Uber, prenderà il volo già nel 2020 – cioè da qui a tre anni . L’azienda si aspetta, tra le altre cose, un “uso massiccio” dei suoi VTOL in occasione delle Olimpiadi già programmate per il 2028 nella città degli angeli.
Le corse volanti a chiamata di Uber – rigorosamente prenotabili tramite app da cellulare – e i progetti concorrenti dovranno ovviamente fare i conti con la lenta evoluzione delle regolamentazioni per la sicurezza del traffico aereo, oltre che con le reazioni dei potenziali clienti. Alla fine potrebbe aver ragione Elon Musk, che preferisce affrontare il traffico scavando tunnel sotterranei piuttosto che affollare i cieli con le “auto volanti” così trendy nella community della Silicon Valley.
Alfonso Maruccia