L’evento Elevate Summit 2019 organizzato da Uber e andato in scena a Washington ha visto, tra le altre cose, il colosso del ride sharing annunciare il progetto finalizzato a gestire gli ordini di Eats tramite droni. Non è l’unica novità presentata dal gruppo: c’è anche la nuova self-driving car realizzata in collaborazione con Volvo, un modello pronto per la fase di produzione.
Uber e Volvo per la guida autonoma
Una versione appositamente adattata del SUV XC90, in grado di muoversi da sola in ogni fase dello spostamento, dotata di una tecnologia messa a punto e migliorata grazie ai feedback raccolti in anni di test e prove su strada (gli inciampi non sono mancati). Le novità riguardano i sistemi di backup integrati e pronti a intervenire sia sull’impianto frenante sia sullo sterzo in caso di anomalia. Vi si aggiunge anche una batteria extra per far fronte a eventuali problemi di alimentazione. Di seguito il commento di Eric Meyhofer, CEO di Uber ATG, la divisione dell’azienda al lavoro sul progetto di guida autonoma.
Lavorare a stretto contatto con realtà come Volvo è essenziale per costruire in modo efficace una flotta self-driving sicura e scalabile. Volvo è da sempre conosciuta per il suo impegno legato alla sicurezza, fattore fondamentale per il nostro nuovo veicolo base pronto per la produzione. Integrata con la nostra tecnologia di guida autonoma, la vettura sarà di importanza centrale per la suite di prodotti Uber.
Restando in tema mobilità e sicurezza, Volvo ha annunciato nei mesi scorsi che tutte le vetture commercializzate a partire dal 2020 saranno dotate di un sistema che impedirà di superare la velocità di 180 Km/h. Una decisione per certi versi coraggiosa, il cui obiettivo è quello di ridurre il verificarsi di situazioni pericolose o incidenti, che potrebbe far storcere il naso ai potenziali acquirenti di alcuni paesi dove, ad esempio, in autostrada non ci sono limiti di velocità. Così Håkan Samuelsson, CEO dell’automaker svedese, ha commentato l’annuncio della rinnovata partnership con Uber.
Pensiamo che le tecnologie di guida autonoma ci permetteranno di incrementare ulteriormente la sicurezza, di fondamentale importanza per la nostra azienda. Crediamo che entro la metà del prossimo decennio un terzo delle vetture che commercializzeremo saranno completamente autonome. L’accordo con Uber sottolinea la nostra ambizione nell’essere il primo fornitore delle più importanti compagnie di ride hailing.
Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di intervistare Piero Molino, ricercatore italiano esperto di intelligenza artificiale e deep learning, oggi al servizio del team Uber AI Labs a San Francisco. Gli abbiamo chiesto come immagina la mobilità tra dieci anni, questa la sua risposta.
… le diverse modalità di trasporto diventeranno sempre più interoperabili, al punto che non sembrerà più impensabile indicare l’indirizzo di un albergo a New York su di un’’pp stando seduti sul proprio divano di casa e acquistare un pacchetto che include l’Uber che ti porta alla stazione, il biglietto del treno che ti porta in aeroporto, quello del volo che ti porta al JFK e l’Uber che ti porta all’albergo, senza dover aprire quattro differenti siti o app per incrociare gli orari e pagare con diversi sistemi.