Il Consiglio Costituzionale francese ha confermato la validità della normativa che aveva decretato illegale l’app della startup statunitense Uber UberPop , il servizio che consente ad autisti occasionali di accogliere passeggeri per trasferimenti a basso costo.
Alla fine dello scorso anno, su pressione dei tassisti, il legislatore francese aveva approvato una normativa secondo cui solo i servizi di taxi riconosciuti e gli autisti certificati potessero operare un sistema che mettesse in contatto guidatori e passeggeri: a differenza del servizio base di Uber, UberPop mette possibili passeggeri in contatto con autisti non professionisti, per cui è di reso illegale da tale normativa nel paese.
Uber aveva dunque fatto ricorso Contro tale disposizione, contestandone la costituzionalità in forza della normativa sulla libera competizione. In attesa della decisioni del tribunale, in ogni caso, Uber aveva deciso autonomamente lo stop del servizio nel paese: a spingerla a tale decisione erano state le violenze ai danni dei suoi autisti e delle loro auto.
La stessa contestazione che aveva portato il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve ad emettere un comunicato con cui chiedeva di riconoscere l’illegalità di UberPop sulla base di tale normativa, in un’invocazione che faceva peraltro eco a quella del Presidente François Hollande che parlava della necessità di “dichiarare illegale UberPOP”.
Ora il Consiglio Costituzionale ha stabilito che la norma in oggetto non è discriminatoria nei confronti del servizi di car sharing ma si limita a regolarizzare il settore, respingendo il ricorso di Uber.
La decisione, in ogni caso, non influenza il principale servizio di Uber che mette in contatto gli utenti con autisti dotati di regolare licenza.
Claudio Tamburrino