Ubisoft non abbandona la strada vecchia per la nuova, soprattutto se le strade sono quelle di San Francisco: l’ultimo capitolo della saga “Driver” ambientato nella città californiana richiederà , nella versione per PC, agli utenti una connessione Internet costante per giocare e non solo per il multiplayer, ma anche per giocare da soli.
I sistemi DRM che permettono di giocare solo connettendosi e rimanendo collegati ai server del produttore sembravano l’espressione preferita dell’idea di controllo antipirateria dei publisher di videogame, e proprio per questo la caduta di quello Ubisoft sembrava più emblematica: per un guasto ai server erano stati esclusi i legittimi acquirenti dei giochi, ma non i possessori di una versione crackata che avevano potuto continuare tranquillamente a giocare.
Quell’episodio paradossale sembrava essere esemplare sia per la portata dell’insuccesso del sistema di DRM (che di fatto aveva ottenuto l’effetto esattamente contrario a quello perseguito), sia per le conclusioni che a caldo traevano i diretti interessati: Blizzard, per esempio, aveva condannato la richiesta di autenticazione online.
Tuttavia Ubisoft riferisce ora che la pratica dell’impiego del sistema di DRM con connessione mostrerebbe “una significativa diminuzione della pirateria sui nostri titoli e per questo è da considerare un successo”. Non parla, d’altra parte, di aumento di vendite di copie legittime : l’eventuale diminuzione di free rider è dunque da ritenere ancora solo un dato incidentale che non ha modo di essere giustificato.
Nonostante le critiche, insomma, Ubisoft sembra intenzionata con tutte le forze a scoraggiare i suoi clienti paganti: oltre alla connessione costante dovuta, i giocatori non potranno utilizzare le simulazioni di volante eventualmente possedute come periferiche di controllo.
Le decisioni Ubisoft contrastano anche con il mercato dei giochi di seconda mano: ogni copia contiene un codice usa e getta per accedere ai server cui è necessario connettersi per giocare. Per acquistarne uno nuovo occorre spendere 10 dollari, costo che di fatto taglia le gambe a qualsiasi offerta di usato.
Claudio Tamburrino