Canonical ha completato i lavori su Wily Werewolf, nome in codice della release 15.10 di Ubuntu distribuita in questi giorni per sistemi client, server e infrastrutture cloud. “Incrementali” le novità su desktop, mentre la parte da leone la fanno i nuovi tool a disposizione di aziende e amministratori di sistema.
Su computer , Ubuntu 15.10 presenta le versioni aggiornate dei pacchetti software integrati a cominciare dal kernel basato su Linux 4.2, gcc-5, GTK, Qt, il browser Mozilla Firefox, la suite di produttività LibreOffice e molto altro.
Aggiornata anche Unity, l’interfaccia standard di Ubuntu che ora risulta migliorata dal punto di vista della stabilità e che, volendo, si può sostituire con una delle tante GUI alternative disponibili in rete; Canonical fornisce inoltre la possibilità di testare le novità di Unity8 , interfaccia che verrà integrata nelle versioni future del sistema.
Le principali novità di Wily Werewolf sono quelle presenti nelle varianti cloud e server del sistema operativo open source, un ambito di utilizzo in cui Canonical può vantare un’attrattiva forte.
Una delle nuove caratteristiche di Ubuntu 15.10 per ambiti professionali si chiama OpenStack Autopilot, un tool pensato per facilitare l’installazione e l’integrazione della omonima piattaforma IaaS (Infrastructure-as-a-Service); integrato di default anche LXD, ipervisore per la gestione di container e relative applicazioni virtualizzate con tutte le caratteristiche che ci si può aspettare – dice Canonical – da un ipervisore moderno, come gestione delle immagini, snapshot, migrazioni “live”, supporto a IPv4 e IPv6, API RESTful e altro ancora.
Alfonso Maruccia