Ubuntu Linux arriva alla release 16.04, versione anche nota come “Xenial Xerus” e caratterizzata dal supporto esteso (LTS) garantito per cinque anni dalla distribuzione. Xenial Xerus è ideale per il cloud e il software virtualizzato, sostiene Canonical, anche se i possibili problemi (soprattutto sul fronte legale) non mancano.
Le novità di Ubuntu 16.04 includono il supporto ai package “snap”, una nuovo modo di gestire l’installazione delle applicazioni che risultano isolate dal resto del sistema: in questo modo utenti e sviluppatori non dovranno preoccuparsi del potenziale impatto di un software sull’altro e potranno gestire più agilmente il ciclo di aggiornamento.
Un altro componente tecnologico che per Canonical favorisce l’adozione di Ubuntu in ambito cloud e virtualizzato è poi la versione open source di ZFS, file system evoluto dalla storia travagliata originariamente sviluppato da Sun per Solaris e poi rinato come fork open source sotto la bandiera del progetto OpenZFS. ZFS è parte file system, parte manager di volumi che permette di gestire in maniera efficiente gli snapshot, la clonazione e il controllo “continuo” dell’integrità dei file, con tanto di protezione dalla corruzione dei dati, compressione e sistema automatico di riparazione del file system.
Più che tecnologici, in realtà, i problemi di ZFS potrebbero essere soprattutto legali: OpenZFS non è stato fin qui distribuito con alcun sistema Linux commerciale, visto che il codice è distribuito con una licenza generalmente considerata incompatibile con la licenza GNU-GPL tipica del mondo Linux.
Alfonso Maruccia