Le parole di Mark Shuttleworth generano l’ennesima discussione in merito a Linux, Ubuntu e l’appeal della distro nei confronti del settore enterprise. Che secondo il presidente di Canonical avrebbe cominciato ad adottare Ubuntu “in massa”, numeri alla mano.
Ubuntu brillerebbe in particolare nei confronti di Red Hat Enterprise Linux (RHEL), dice Shuttleworth, citando i dati di W3techs: tra marzo 2011 e marzo 2012, Ubuntu avrebbe superato Red Hat con un sonoro 18,4 per cento contro il 12,2 per cento del competitor.
W3techs ha analizzato i domini web dei “servizi web pubblici”, e i dati raccolti servono a Shuttleworth anche per sostenere che “il trend” di crescita di Ubuntu “è ancora più robusto se si guarda ai servizi in nuovo stile, come il cloud e i grandi set di dati”.
Quello che Shuttleworth evita di menzionare è però la statistica completa dei soggetti analizzati da W3techs, dove Ubuntu è solo in terza posizione dopo Debian (30,0 per cento, distro da cui Ubuntu deriva) e CentOS (28,9 per cento). L’utilità dei dati forniti da Mr. Canonical si fa poi ancora più dubbia se si considera che W3techs non fornisce alcuna informazione specifica in merito ai server individuali che si nascondono dietro un sito web.
Non bastasse questo, il trend di crescita degli utenti-sottoscrittori paganti di RHEL (246 milioni di dollari e +24 per cento anno su anno) arriva a sminuire ulteriormente il trionfalismo di Shuttleworth e la mancanza di dati reali (sempre declinati da Canonical) in tal senso.
Se Shuttleworth si esercita nel marketing comparativo per promuovere la causa di Ubuntu, i dati IDC sull’adozione di Linux su server confermano la crescita generale dell’OS del Pinguino nel settore: in questo caso le aziende impegnate in mercati quali l’high performance computing e le infrastrutture cloud preferiscono sempre più il sistema operativo open source, con una crescita di ricavi anno su anno del 2,2 per cento e un giro di affari di 2,6 miliardi di dollari. Linux rappresenta ora il 18,4 per cento delle installazioni server dall’1,7 per cento del 2010, dice IDC.
Alfonso Maruccia