Canonical ha messo il turbo alla propria strategia mobile presentando un sistema operativo per smartphone, un OS chiamato semplicemente Ubuntu che traghetta l’interfaccia Unity sui gadget portatili affiancandola a tutta una serie di caratteristiche esclusive adatte al nuovo form factor.
Ubuntu per cellulari sarà un prodotto destinato a coesistere con il già rilasciato Ubuntu for Android , e diversamente da quest’ultimo si tratterà di un OS completo capace di funzionare in maniera autonoma per portare il potenziale di un PC su un ” super-phone ” che ha un cuore open source (Linux).
L’interfaccia principale del nuovo sistema fa uso dei bordi del telefono (al posto dei pulsanti virtuali) per raggiungere funzionalità e app, mentre ampio spazio verrà dato alle applicazioni sviluppate in HTML5, web e native per Ubuntu – sempre che queste ultime siano progettate per girare sullo schermo e l’hardware sottodimensionati di un cellulare.
Il founder di Canonical Mark Shuttleworth parla del nuovo Ubuntu come di una pietra miliare sulla strada della “convergenza” del computing in pieno divenire, una strada che dovrebbe portare all’uso di uno stesso ambiente e all’accesso universale a dati e app indipendentemente dallo schermo che si sta usando o dal posto in cui ci si trova.
E diversamente da Android, continua Shuttleworth, Ubuntu è comprensibile sia agli utenti che si limitano a usare uno smartphone come un cellulare (telefonate, SMS, orologio e poco altro) sia per i “power user” intenti a controllare macchine da remoto o a fare multitasking su poco più di 4 pollici di LCD.
Discorsi ottimistici di Shuttleworth a parte, per ora di concreto c’è il fatto che di Ubuntu su smartphone non vedrà traccia (concreta) sino alla fine del 2013, forse ai primi mesi del 2014: un tempo di attesa lunghissimo che certo non giova a quello che vorrebbe addirittura diventare il terzo contendente alla ricca torta del mercato mobile, superando di volata Microsoft (Windows Phone) e RIM (BlackBerry 10). E anche tutto il resto .
Altrettanto incerta appare la situazione dei partner interessati a investire sul nuovo progetto mobile di Canonical, una condizione indispensabile (e sin qui ignota) senza la quale Ubuntu su smartphone è solo teoria senza possibilità di pratica.
Sia come sia, Shuttleworth e la sua Canonical pensano in grande: Ubuntu deve finire su ogni schermo dietro cui si nascondono microchip e soprattutto nei gadget e dispositivi portatili , con una vocazione al touch e all’integrazione via cloud che non lascia nemmeno un barlume di speranza a chi ancora crede che Unity sia solo un momento da dimenticare.
Alfonso Maruccia