La venuta di Quantal Quetzal ( aka Ubuntu 12.10) coinciderà con l’aggiunta di una funzionalità invisa a molti, vale a dire l’integrazione delle ricerche su Amazon direttamente nell’interfaccia grafica dell’OS open source. Scelta criticata da molti ma difesa a spada tratta da Mark Shuttleworth.
L’integrazione fra ricerche locali e ricerche online è a livello di sistema operativo , ragion per cui gli utenti di Ubuntu 12.10 si troveranno davanti ai “suggerimenti” di prodotti presenti su Amazon anche nel caso in cui volessero limitarsi a cercare la location di un file (personale, documento o quant’altro) presente sull’hard disk locale.
L’idea, neanche a dirlo, non è piaciuta a molti degli utenti di Ubuntu: c’è chi accusa Canonical della “svendita” di Linux all’advertising, chi chiama in causa la violazione della privacy o la vera e propria vendita della cronologia di navigazione e altri dati sensibili ad Amazon per fini commerciali.
Niente di tutto ciò è vero, ha risposto sdegnato il founder di Canonical Mark Shuttleworth: le query di ricerca passano dai server di Ubuntu, Amazon non sa nulla delle abitudini di navigazione degli utenti e quelle inserzioni non sono advertising ma una semplice “estensione” della funzionalità di ricerca “globale” di Ubuntu, ha detto il finanziatore primigeno della distro.
Certo Canonical guadagna una percentuale su ogni acquisto andato a segno, ha detto ancora Shuttleworth, ma questo non va a detrimento della privacy degli utenti. Che comunque già dimostrano di “fidarsi” di Canonical e di Ubuntu consegnando loro i dati ogni qual volta occorra fare un aggiornamento da remoto.
Shuttleworth difende a spada tratta la partnership con Amazon, ma lo sviluppo (tutt’ora in corso) di Ubuntu 12.10 potrebbe indorare la pillola grazie alla possibilità di disabilitare in maniera definitiva le ricerche online. In questo caso ne faranno le spese anche le applicazioni e i client che si appoggiano al sistema operativo per le loro necessità di screening telematico.
Alfonso Maruccia