Emerge un ulteriore possibile problema dalla crisi ucraina in corso e sarebbe tale da aggravare una situazione già di per sé complessa. Il mercato in pericolo è quello dei chip, poiché nell’infinito intreccio globale delle filiere produttive emerge un collo di bottiglia identificato nella produzione del gas Neon da parte dell’industria ucraina.
Il Neon sarebbe un elemento tanto raro, quanto cruciale per lo sviluppo dei chip. Se dunque la guerra in atto non dovrebbe configurare un impatto immediato sulla domanda, potrebbe invece riversare conseguenze in termini di offerta. Ad esserne impattata sarebbe l’intera industria mondiale dei chip e, a cascata, ogni singolo comparto che sui chip costruisce i propri business (l’automotive, ad esempio).
Il ruolo Ucraino nella produzione di Neon, infatti, sarebbe determinante sugli equilibri del mercato di riferimento: ben il 90% del gas utilizzato nella produzione di chip attraverso i laser (soprattutto tra i grandi produttori quali Samsung o TSMC) proverrebbe infatti dai processi di raffinazione propri del Paese in queste ore sotto l’attacco delle armate russe.
Neon cercasi
I timori sarebbero stati svelati in primis dalla ASML, leader mondiale nella fornitura di componentistica e materiali per l’industria dei chip: il suggerimento alle case produttrici è quello di diversificare i propri approvvigionamenti, preparandosi a possibili problemi nel caso in cui la Russia penetrasse il territorio ucraino e le ritorsioni internazionali bloccassero i mercati verso l’estero.
Ad avvantaggiarsene potrebbe essere l’industria indiana e le altre fonti a cui tutto il mondo potrebbe andare ad attingere in questo processo di allontanamento dal territorio russo: le filiere dei chip, già fortemente sotto stress in questo momento di uscita dalla pandemia, rischiano di subire l’onta della guerra e di dover riversare le conseguenze su tutto il globo. Ci sono però i margini per intervenire, per aggirare questo possibile ostacolo e per un approvvigionamento di materiali utile a garantire la produzione per i mesi a venire. Le conseguenze dell’attacco di questa notte, però, dimostra quanta pressione potrà determinare nell’inflazione a livello globale, riportando il mondo a logiche belliche a cui aveva volentieri rinunciato nei decenni passati.
Il problema, del resto, va ad aggravarsi in queste ore, ma non era certo fuori dalle previsioni del mercato. La Casa Bianca ha avvertito l’industria USA di questo rischio già ad inizio febbraio, ammonendo i produttori e fruitori di chip che la Russia avrebbe potuto colpire duramente la filiera proprio attraverso la prevista invasione russa. Oggi, con le armi che hanno preso il posto della diplomazia, tutto ciò va a crollare rapidamente e le conseguenze saranno chiare soltanto nei mesi a venire.