Roma – L’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni non fa abbastanza per favorire la riduzione delle tariffe di terminazione mobile. Il calo di questi costi avrebbe riflessi positivi sulle tariffe applicate agli utenti, ma per arrivare a questo obiettivo bisogna fare di più: così Viviane Reding, Commissario europeo per la società dell’informazione e i media, in un’intervista concessa ad Altroconsumo . Che esorta il regolatore italiano a “modificare il suo approccio e seguire le raccomandazioni UE”.
Una tirata d’orecchie su un tema d’attualità: come noto, la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica allo scopo di valutare i provvedimenti di regolamentazione in tema di tariffe di terminazione con l’obiettivo di far convergere i mercati fisso e mobile anche sul fronte dei costi. “L’orientamento ai costi – si legge nell’ intervista che verrà pubblicata in settembre su Hi_Test – è un requisito generale nella normativa europea sulle telecomunicazioni. Tuttavia, da anni, le Autorità di regolazione nazionali in molti stati membri sono state molto generose nel regolamentare le tariffe di terminazione mobile, accettando in sostanza valori più elevati per le terminazioni mobili che per quelle fisse”. Un approccio giustificabile dieci anni fa, secondo Reding, quando le reti mobili erano nuove, avevano bisogno di un certo supporto regolamentare e di una remunerazione sull’investimento.
“Secondo alcune stime industriali – ha precisato il Commissario – gli utenti della telefonia fissa pagano in Europa 10 miliardi di euro all’anno per finanziare le tariffe di terminazione mobile, che sono in media ancora 10 volte più elevate delle tariffe di terminazione fissa. Ecco perché la Commissione Europea ha preso l’iniziativa di ridurre le tariffe di terminazione mobile: voglio vedere una riduzione del 70 per cento per la fine del 2011”.
In seguito alla riduzione delle tariffe di terminazione mobile, osserva Reding, la concorrenza nel mercato delle comunicazioni aumenterà. Perché “eliminerà le distorsioni della concorrenza tra gli operatori mobili e fissi”, ma anche “tra gli operatori di diversi Stati membri dell’Unione Europea”, perché “anche se il costo reale di collegamento della chiamata mobile è essenzialmente lo stesso in tutta Europa grazie alla tecnologia GSM, le tariffe di terminazione mobile variano enormemente tra i diversi Paesi. Ciò significa che in alcuni Paesi gli operatori mobili ottengono una più elevata sovvenzione dalle tariffe di terminazione che in altri” E questo è un problema rilevante, poiché gli operatori mobili che in Europa offrono servizi in Paesi differenti – o fanno parte di alleanze che travalicano i confini statali – sono in aumento, configurando una concorrenza cross-border su cui vigilare attentamente per evitare squilibri tariffari.
Reding non ha poi esitato a definirsi “molto delusa” per l’approccio mantenuto finora dall’Autorità di regolazione italiana AGCOM sulle tariffe di terminazione. “L’AGCOM – spiega il Commissario – presiedeva lo European Regulators Group (l’organo che raggruppa le 27 Autorità nazionali di regolazione nel settore delle telecomunicazioni) durante il 2007 ed era quindi bene informata di che cosa la Commissione intendesse fare. Ora stanno tentando di giocare d’anticipo mettendo in campo una riduzione meno ambiziosa rispetto alle indicazioni della Commissione, per proteggere gli interessi dei loro operatori mobili. Questo a detrimento della concorrenza in Europa, ma in primo luogo contro gli interessi dei consumatori italiani”. Il Trattato CE obbliga però tutte le istituzioni europee e le Autorità nazionali alla leale cooperazione. “Sono sempre pronta a cooperare lealmente con le Autorità nazionali – ha commentato Reding – ma mi aspetto che loro facciano lo stesso, specialmente quando hanno una diretta e chiara conoscenza dei piani della Commissione. Mi aspetto, pertanto, che l’AGCOM modifichi il suo approccio, portando il proprio piano di riduzione in linea con le metodologie relative alla quantificazione dei costi e i tempi raccomandate dalla Commissione ai sensi dell’articolo 19 della direttiva quadro UE”.
Il testo integrale dell’intervista è pubblicato a questo indirizzo .