Google rischia di vedere estendersi la portata dell’impegno richiesto dall’Europa per chiudere il caso antitrust che si trascina ormai da un paio d’anni e che negli ultimi mesi sembrava vicino alla conclusione con una prima bozza su cui le parti stavano trattando: nuovo motivo di sospetto per l’antitrust sarebbe Android.
Mountain View, da parte sua, si sta impegnando per accogliere le richieste di Bruxelles e chiudere il caso che le fa rischiare una multa fino al 10 per cento del suo fatturato annuale: ad attirare inizialmente l’attenzione delle autorità antitrust i suoi comportamenti rispetto al search e all’advertising ad esso collegato .
A sollevare sospetti nei confronti di Mountain View sono stati per primi alcuni contendenti europei di BigG che insieme raccolgono circa il 5 per cento del traffico legato al search: si tratta dei motori di ricerca specializzati in comparazione prezzi Foundem e Twenga , del search engine giuridico francese ejustice.fr e della coalizione che raccoglie anche Expedia e Microsoft, Fairsearch .
Questi contestavano a Google pratiche commerciali illecite atte a consolidare il suo predominio nel settore del search: da forme di boicottaggio dei loro indirizzi all’interno dell’indicizzazione, a contratti esclusivi fatti firmare per utilizzare servizi come AdSense e AdWords.
Mountain View si è dimostrata pronta ad accogliere le rimostranze europee e a rispondere a tutti i dubbi delle autorità: così, recentemente, Bruxelles ne ha sollevati di nuovi e ora sembra che abbia chiamato in causa anche Android chiedendo l’estensione degli impegni già assunti anche al Web mobile e in particolare ai dispositivi con il sistema operativo di Google.
Questa, nel frattempo, riferisce “di continuare a collaborare con la Commissione”.
Claudio Tamburrino