Due giorni fa, Intel ha annunciato la sospensione dei progetti in Germania e Polonia per almeno due anni. Si tratta di una brutta notizia per l’Europa, in quanto la decisione dell’azienda californiana potrebbe impedire di raggiungere il principale obiettivo del Chips Act. Considerato il tempo necessario per la costruzione di una nuova fabbrica è impossibile raggiungere il 20% di market share entro il 2030.
Addio sogni di gloria?
Il Chips Act, approvato il 25 luglio ed entrato in vigore il 21 settembre, prevede investimenti pubblici e privati per incrementare la produzione di chip in Europa, cercando di ridurre la dipendenza dai paesi asiatici. All’epoca c’era il problema dell’approvvigionamento dei chip durante la pandemia COVID-19. Oggi c’è anche il rischio di un’invasione di Taiwan da parte della Cina e il possibile blocco delle fabbriche di TSMC.
L’obiettivo principale del Chips Act è quello di raddoppiare la quota attuale di mercato dell’Europa, passando dal 10% al 20% entro il 2030. Intel aveva concordato con il governo tedesco la costruzione di una fabbrica in Magdeburgo. L’investimento totale previsto era 30 miliardi di euro. Circa un terzo della somma era coperta da un aiuto di Stato.
Il sussidio non è stato ancora erogato. Il Cancelliere Olaf Scholz ha dichiarato che il progetto merita ancora un sostegno economico. Il Ministro delle Finanze Christian Lindner ritiene invece che i fondi dovrebbero essere accantonati nel bilancio federale. Intel rischia quindi di perdere l’aiuto di Stato e potrebbe abbandonare del tutto la costruzione della fabbrica.
TSMC ha annunciato la costruzione di una fabbrica a Dresda, ma l’investimento è inferiore. Anche se Intel deciderà di continuare il progetto in Magdeburgo nel 2026 è certo che l’obiettivo del 20% di market share non verrà raggiunto entro il 2030.