Il 20 per cento degli studenti nelle scuole secondarie d’Europa non ha mai usufruito di un computer negli orari delle lezioni . Questo tra i risultati di un’indagine condotta dalla Commissione Europea sull’attuale livello di penetrazione delle principali tecnologie informatiche nei vari gradi dell’istruzione tra i paesi comunitari.
Risultati in chiaroscuro, che da un lato hanno evidenziato una quantità doppia di postazioni desktop dall’anno 2006 . “Numerose scuole risultano oggi connesse – si legge in un comunicato stampa diramato dalla Commissione Europea – ma l’utilizzo dell’ICT e il livello di competenza digitale hanno portato a risultati molto discordanti”.
Nella scuola primaria solo una classe su quattro è risultata adeguatamente attrezzata a livello tecnologico, con dispositivi moderni – compresi i tablet – e una velocità di connessione uguale o superiore ai 10 Mbps . La discrepanza sta ovviamente nelle specifiche aree d’Europa, dove i paesi nordici trionfano per attrezzature e banda larga, mentre i paesi dell’Est o del Mediterraneo (tra cui l’Italia) mancano all’appello dell’innovazione scolastica.
In conclusione , la commissione del Vecchio Continente ha raccomandato un approccio integrato all’insegnamento nel campo ICT, con almeno un fondamentale presupposto: il corpo docenti dovrà essere preparato non solo per l’insegnamento high-tech, ma anche per la gestione delle aule attrezzate . “Le competenze e l’insegnamento ICT devono essere a disposizione di tutti, studenti ed insegnanti – ha spiegato il commissario all’Agenda Digitale Neelie Kroes – Vogliamo che i nostri giovani prendano confidenza con la tecnologia fin dall’inizio del percorso di studi”.
Come sottolineato in un recente report commissionato all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), agli attuali ritmi di sviluppo sostenuti in Italia ci vorranno più di 15 anni per dotare l’80 per cento delle classi tricolore di strumenti avanzati come, ad esempio, le Lavagne Interattive Multimediali (LIM). Nel 2011, solo il 30 per cento degli studenti italiani di terza media utilizzava le ICT come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze.
Mauro Vecchio