L’Unione Europea ha raggiunto un’ intesa preliminare per imboccare la strada del roaming zero , già tracciata dalla proposta del settembre 2013 della Commissione con il pacchetto Connected continent , e per dimostrare la propria intenzione di tutelare la neutralità della Rete .
Soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente della Commissione UE per il mercato unico digitale Andrus Ansip che ha dichiarato che “sono stati ascoltati i cittadini europei” che chiedevano la fine dei sovraccosti del roaming e l’introduzione di regole precise per la neutrality di Internet.
L’accordo è arrivato dopo quella che viene definita una sorta di maratona negoziale di più di 12 ore protrattasi anche in nottata e prevede alla fine l’ abolizione del roaming a partire da metà giugno 2017 ed un taglio dei costi già dal 30 aprile 2016 . Nel dettaglio si prevede la sostituzione dei tetti di sovrapprezzo attualmente in vigore con un sovraccosto massimo di 0,05 euro al minuto per le chiamate, 0,02 per gli sms e 0,05 per megabyte per i dati .
Sono state poi previste clausole aggiuntive, ed in particolare una che ne stabilisce l'”uso equo”, per prevenire eventuali abusi da parte di consumatori che approfittino del roaming a tempo indeterminato e che permetteranno agli operatori di introdurre condizioni di salvaguardia a propria tutela.
Si tratta di una svolta positiva verso l’obiettivo del mercato unico digitale, la cui strada sembrava travagliata da ostacoli e nemici: in particolare a partire dall’apertura del semestre lettone di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, era stata prima rinviata la tempistica di applicazione per raggiungere il roaming zero e poi si erano fortemente ammorbidite le posizioni favorevoli ad una sostanziale riforma del settore delle telecomunicazioni e del relativo mercato europeo delineate dalla strategia della Commissione europea del 2013.
Il tutto faceva presagire la necessità di fare una scelta in conseguenza della pressione dei gruppi interessati: sul piatto, l’abbattimento del roaming e l’adozione dei principi della net neutrality.
Adesso, invece, nell’ ultima versione del pre-accordo è prevista anche la tutela della neutralità della Rete, con gli operatori che dovrebbero assicurare l’equo trattamento di tutto il traffico sul web, consentendo il rallentamento di alcuni servizi solo in casi limitati come per esempio un cyber-attacco o se si congestiona la rete. Inoltre gli operatori potranno sottoscrivere accordi per servizi specializzati che necessitano un livello determinato di qualità di connessione, come per esempio l’e-health.
In realtà dell’accordo in questione è proprio l’aspetto relativo alla net neutrality a lasciare perplessi gli osservatori che si battono a tutela dei diritti del cittadino connesso: non piace ad EDRI il fatto che siano state lasciate alle discussioni successive le definizioni di “servizi specializzati” che hanno diritto ad una linea privilegiata ed il loro conseguente rapporto con il resto della Rete pubblica. Access, in particolare, sottolinea che l’accordo così come previsto a parole afferma di proteggere la net neutrality ma di fatto apre la strada alle corsie a diverse velocità, che costituiscono proprio la sua antitesi.
Claudio Tamburrino