“Sono rammaricata: la maggior parte dei siti legati al social networking non è ancora riuscita ad assicurare che i vari profili dei minori restino accessibili di default solo ed esclusivamente ai loro contatti approvati”. L’allarme è stato lanciato dal Commissario Europeo Neelie Kroes, che ha dunque sottolineato come i giganti delle amicizie online non siano poi così severi con i propri utenti di minore età.
La stessa Commissione del Vecchio Continente ha recentemente presentato dati preoccupanti, a partire da un 77 per cento di ragazzi – tra i 13 e i 16 anni – che attualmente utilizza quotidianamente una qualsivoglia rete sociale. Accompagnati dal quasi 40 per cento di adolescenti (tra i 9 e i 12 anni) presente online su piattaforme come MySpace, Bebo e soprattutto Facebook .
Una percentuale che dovrebbe far riflettere data la decisione dei vari siti di non far entrare minori di 13 anni d’età. Ciò che sembra intimorire di più il Commissario Kroes è invece un’altra statistica: 12 siti su 14 permettono ai motori di ricerca di indicizzare i vari profili appartenenti a minori di 18 anni . Mettendoli dunque alla mercé di potenziali pedofili e predatori sessuali.
In questo senso, i più virtuosi ed accorti sembrano i soli Bebo e MySpace. Ma la Commissione Europea sembra conoscere benissimo la situazione attuale: il vero e proprio gigante è il sito di Mark Zuckerberg, che aveva peraltro già aperto ad una possibile inclusione social dei minori di 13 anni. Kroes ha consigliato a Facebook di creare un adeguato contesto di autoregolamentazione , per evitare interventi esterni più severi.
Curiosamente, una speciale classifica stilata dalla società specializzata in sicurezza informatica ZoneAlarm ha visto trionfare proprio Facebook in qualità di sito sociale più sicuro del web . “Per aver migliorato la personalizzazione delle opzioni dei profili, la condivisione delle foto e la protezione delle informazioni personali”. MySpace e Bebo hanno seguito a ruota il sito in blu. LinkedIn all’ultimo posto.
Mauro Vecchio