Si tratta di una sentenza che potrebbe modificare certi contorni legali dell’advertising online. Oltre che togliere nuovamente dai guai il servizio pubblicitario di Google, AdWords.
La Corte di Giustizia europea ha infatti recentemente sottolineato come non sussista alcuna violazione del trademark, nello specifico per tutte quelle aziende che sfruttano il nome dei loro competitor come parole chiave all’interno del canale pubblicitario di BigG.
Si è così risolta la sfida tra il costruttore britannico Portakabin e quello olandese Primakabin . Quest’ultimo aveva scelto – secondo l’accusa – parole troppo simili a quelle legate al suo competitor d’Albione, come ad esempio portacabin , portokabin e la stessa portakabin .
Una strategia messa in atto proprio sulla piattaforma AdWords, in modo da dirottare tutte le ricerche errate degli utenti verso i servizi offerti dal costruttore di prefabbricati olandese. Ma Portakabin aveva protestato vigorosamente, parlando di chiara violazione del trademark .
Violazione che non si verificherebbe, almeno secondo l’Europa . Google non farebbe altro che mostrare agli utenti i risultati che meglio corrispondono alle varie parole chiave . E le aziende avrebbero inoltre la libertà di acquistare qualsiasi parola, senza incappare nelle maglie delle leggi del Vecchio Continente.
AdWords era già stato assolto da un giudice statunitense alla fine dello scorso aprile, precisamente dalle accuse di Rosetta Stone , azienda di software per l’apprendimento linguistico. E la stessa Corte di Giustizia europea aveva già scagionato BigG dalle accuse del produttore di beni di lusso Louis Vuitton .
Mauro Vecchio