Roma – Tariffe più convenienti e un mercato più competitivo: sono questi i temi che saranno affrontati dalla consultazione pubblica avviata giovedì scorso dalla Commissione Europea. La consultazione, aperta fino al 3 settembre, rientra naturalmente nel progetto di riduzione delle tariffe di terminazione applicate dagli operatori mobili varato da Viviane Reding, commissario per la Società dell’Informazione e i Media.
All’interno degli stati membri dell’Unione esistono differenze tariffarie sensibili: “L’esistenza di tariffe di terminazione differenti da uno Stato membro all’altro e di ampi divari tra le tariffe di terminazione fisse e mobili costituisce un serio ostacolo alla realizzazione di un mercato unico europeo delle telecomunicazioni che favorisca la concorrenza e giovi all’utente” considera la Reding, che aggiunge: “Purtroppo l’utente paga lo scotto di questa mancanza di armonizzazione tra le politiche di regolamentazione nazionali” e per questo motivo “i mercati di terminazione delle chiamate nell’Unione Europea hanno bisogno di un intervento regolatore. Introducendo più coerenza e coordinamento in questo settore, mi auguro che nei prossimi tre anni si riesca a far scendere il costo delle comunicazioni mobili del 70% circa rispetto al livello attuale”.
Le tariffe sono determinate oggi dai regolatori locali: in Europa, sottolinea il portale HelpConsumatori si va dai 2 centesimi di euro al minuto di Cipro agli oltre 18 centesimi al minuto della Bulgaria “e sono 9 volte superiori a quelle delle linee fisse, la cui media è 0,0057 euro al minuto per le telefonate locali”. Non sono mancate, negli ultimi anni, proposte di regolamentazione da parte delle Authority: dal 2003 ad oggi la Commissione dichiara di averne valutate oltre 770, constatando come ogni mercato nazionale applichi criteri differenti nel definire le tariffe. “Secondo la Commissione – spiega ancora HelpConsumatori – le differenze tra le tariffe di terminazione fisse e mobili e tra le varie tariffe di terminazione mobili imposte dalle autorità nazionali di regolamentazione non sono interamente giustificabili in base alla diversità dei costi a monte, delle reti o delle caratteristiche a livello nazionale”.
Il perdurare dell’attuale situazione di disomogeneità, a parere della Commissione, porta alcuni effetti negativi piuttosto rilevanti:
– incertezza giuridica e onere regolamentare accresciuto per gli operatori che offrono servizi internazionali;
– le autorità nazionali di regolamentazione che abbassano le tariffe di terminazione nel loro paese rischiano di penalizzare il proprio settore di telefonia mobile se un’autorità di regolamentazione di un paese vicino continua a mantenere le tariffe più elevate;
– gli investimenti in nuove reti e servizi sono ostacolati dal fatto che in ciascun paese gli operatori sono soggetti a regolamentazioni diverse.
L’invito è dunque quello di favorire una convergenza nelle tariffe di terminazione per gli operatori di telefonia fissa e mobile, onde evitare distorsioni di mercato che portino – come avviene oggi – alla sovvenzione incrociata dagli utenti della rete fissa a quelli della rete mobile.