Nel Parlamento europeo e nel Consiglio si sta discutendo dell’ intenzione della Commissione europea di rilanciare la direttiva sui rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche . Sull’argomento è intervenuta anche la commissione che si occupa della sicurezza dei dati, lo European Data Protection Supervisor (EDPS) che vuole legare all’argomento la questione della lunga memoria dell’e-waste .
Quello che nota infatti EDPS è che nell’affrontare l’argomento finora si è tralasciato il problema (concatenato) della protezione dei dati: anche una volta deciso di sostituire un hard disk, fare tabula rasa dei dati che vi sono stati inseriti è un’operazione non semplice . I dati personali dell’utente, o nel caso di computer utilizzati sul posto di lavoro, eventuali dati riservati aziendali restano così nei PC anche alla fine del loro ciclo vitale.
Insieme a politiche che spingono per il passaggio a materiali e metodi di smaltimento ecocompatibili, dunque, EDPS afferma che ci si potrebbe concentrare sulla questione dei dati che rimangono contenuti in tali rifiuti se non propriamente smaltiti, riciclati o riutilizzati.
La Commissione sottolinea così l’importanza di adottare appropriate misure di sicurezza in ogni fase di vita dei prodotti tecnologici, fino al momento in cui i dispositivi vengono smaltiti. Si tratta del concetto di privacy by design , o security by design : misure ad hoc dovrebbero essere predisposte già nella fase di progettazione dei dispositivi.
“È importante prendere in considerazione i possibili effetti negativi di uno smaltimento non a regola d’arte”, racconta Peter Hustinx di EDPS. Che preme affinché anche la normativa europea, come alcune
disposizioni nazionali , predispongano misure specifiche per il problema.
Claudio Tamburrino