Due proposte di riforma delle regole comunitarie sulla protezione dei dati personali, presentate a Bruxelles dai parlamentari Jan-Philipp Albrecht e Dimitrios Droutsas, a supporto di un contesto “robusto e coerente” per una maggiore chiarezza legale nelle attività di raccolta e trattamento delle informazioni appartenenti a tutti i cittadini membri dell’Unione Europea . Ora tocca al commissario alla Giustizia Viviane Reding sottolineare come i membri del Parlamento abbiano mostrato grande compattezza nel seguire gli obiettivi fissati nello scorso anno dalla Commissione Europea: aggiornare un pacchetto di regole ormai risalente al lontano 1995, prima dell’avvento delle moderne tecnologie digitali . La definizione di un contesto legale aggiornato risulterà cruciale per il sano sviluppo di un mercato unico nell’era elettronica.
“Quello della protezione dei dati personali è un diritto fondamentale per tutti i cittadini europei – ha spiegato Reding – I sondaggi mostrano che le persone non sentono il pieno controllo dei propri dati. Legislatori e aziende devono dunque fare di meglio in questa direzione”.
Per aggiornare la direttiva sulla protezione dei dati personali, le autorità del Vecchio Continente vogliono un unico pacchetto di regole per le attività di raccolta e trattamento delle informazioni nel settore privato così come in quello pubblico. Tutte le aziende dovrebbero adottare policy chiare e trasparenti in materia di privacy, incoraggiando – soprattutto quelle operative su Internet – l’anonimato .
Tra i punti cruciali nel rapporto di Albrecht, le cosiddette web company dovrebbero limitare le attività di trasferimento o vendita di dati personali ai network della pubblicità , almeno non senza il consenso informato degli utenti.
Le proposte di Albrecht fanno certamente tremare i giganti del web. Da Facebook a Google, le società operative su Internet rischierebbero sanzioni fino al 2 per cento del proprio fatturato . Ad oggi, la richiesta più salata è stata inviata dalle autorità francesi per la raccolta non autorizzata di dati personali da parte del servizio di mappatura Street View. Un totale di 100mila euro per la Grande G.
Mauro Vecchio