L’Unione Europea mette sul piatto 55 milioni di euro per proteggere i minori dalla rete: serviranno ad avviare programmi per responsabilizzare famiglie e ragazzi, serviranno a migliorare la collaborazione tra chi fa la rete e chi tutela i netizen, serviranno ad approntare soluzioni per tutelare i più piccoli da chi impugna le tecnologie per delinquere.
Il Parlamento europeo si è espresso a favore del Safer Internet Programme , un progetto che si dispiegherà dal 2009 al 2013 e si sostituirà a quanto previsto dal Safer Internet plus , il programma attualmente in vigore. Il quadro è cambiato rispetto al 2005: la autorità europee ricordano che attualmente il 74 per cento dei ragazzi europei tra i 12 e i 15 anni trascorre online 3 ore al giorno , il Commissario per la società dell’ informazione e i media Viviane Reding sottolinea che “i bambini e i ragazzi di oggi affrontano nuove situazioni quando usano servizi del Web 2.0”. Per questo motivo, spiega Reding, anche il panorama delle tutele deve evolvere: “l’Unione Europea coordinerà le proprie azioni per valorizzare i bambini e proteggerli”.
Il programma approvato dal Parlamento Europeo si innesta su una fondamentale linea di demarcazione, già tracciata nel precedente programma: quella tra contenuti illegali e contenuti dannosi per i minori . Un confine che, osserva qualcuno, rischia di risultare sfrangiato dalle leggi nazionali e dalle culture variegate che compongono l’Unione Europea.
A differenza del precedente programma, si spiega nel documento che ha accompagnato la proposta, in questa sede non ci si occuperà più di contrastare lo spam ma verranno tenute sotto osservazione anche le situazioni di “convergenza fra l’ambiente online e l’ambiente offline”. Il cyberbullismo e il grooming , ovverosia i tentativi condotti da persona adulte di irretire i minori in rete, saranno nel mirino delle autorità.
Sono quattro le linee d’azione previste dal Safer Internet Programme. Il primo obiettivo, che si metterà in atto contando sul 34 per cento del budget, è quello di ” lottare contro i contenuti illeciti e lottare contro i comportamenti dannosi in linea “: per debellare la circolazione di materiale frutto di abuso sui minori, scoraggiare gli episodi di “bullismo a danno dei minori” e di “manipolazione psicologica a scopo sessuale”, verranno creati servizi di assistenza in stretto contatto con le forze di polizia specializzate a cui i cittadini possano rivolgersi per segnalare degli abusi e ricevere supporto. L’Europa promette inoltre di pungolare l’industria e gli attori della rete per sviluppare soluzioni tecniche , preferibilmente gratuite e di agevole utilizzo, per proteggere i minori contro le attività illecite e dannose: si citano bollini di qualità per i fornitori di servizi, sistemi di parental control e di filtering che il cittadino possa scegliere di adottare, strategie per rendere più efficace la collaborazione per il contrasto del crimine tra gli attori della rete e le forze dell’ordine . Una collaborazione che dovrà verificarsi su scala europea, sulla base di strategie di contrasto condivise, quali quella di una “banca dati europea comune che raccolga le informazioni sugli abusi commessi sui minori e per garantirne il collegamento con Europol” e la “cooperazione con i registri dei nomi di dominio negli Stati membri” per “ridurre al minimo la longevità dei siti Internet conosciuti che offrono contenuti che si riferiscono ad abusi sessuali sui minori”
L’obiettivo dell’Unione Europea non è solo quello di sradicare dalla rete materiale illecito e attività dannose: la seconda linea di azione, da 5,5 milioni di euro, è mirata a ” promuovere un ambiente in linea più sicuro “, perseguita attraverso lo sviluppo di una piattaforma di dialogo tra i diversi attori della rete e la ricerca di best practice da studiare e da mettere in atto. L’Unione Europea suggerisce ai fornitori di servizi Internet di autoregolamentarsi e di introdurre un marchio “sicuro per i bambini” che viene descritto come “un sistema di simboli comuni descrittivi o di messaggi d’allarme che indichino la categoria d’età e/o gli aspetti del contenuto che hanno portato a una determinata raccomandazione relativa all’età, che consentirebbero agli utenti di essere più consapevoli dei contenuti in linea potenzialmente nocivi”.
L’Unione Europea investirà oltre 20 milioni di euro per ” Sensibilizzare il pubblico “: la terza diramazione del programma punta direttamente a bambini, famiglie ed educatori che hanno a che fare con Internet e con le “nuove piattaforme di distribuzione, come i servizi audiovisivi che utilizzano le reti della telefonia mobile”. Si tenterà di diffondere “un messaggio positivo sulle opportunità di un più ampio e intenso uso delle TLC”, che sappia altresì fornire “un’informazione adeguata sui rischi e sui modi di affrontarli” per incoraggiare all’uso responsabile della rete.
L’8 per cento del budget convergerà invece nelle attività per ” creare una base di conoscenze ” che possa circolare fra gli operatori della rete e le istituzioni di tutti gli stati membri: si monitoreranno le tendenze in atto nei paesi europei per coordinare un impegno efficace delle risorse per la sensibilizzazione e per il contrasto dei fenomeni illegali; si promuoveranno studi capaci di valutare l’impatto che i media e le tecnologie hanno sui minori, affinché si possano mettere in campo delle iniziative di sensibilizzazione.
Il Safer Internet Programme ha passato il vaglio del Parlamento Europeo e nei prossimi mesi verrà sottoposto al Consiglio. Il commissario Reding non ha dubbi: “Sono convinta che il nuovo Safer Internet Programme giocherà un ruolo importante nella nostra comprensione delle questioni che riguardano i rischi online per i bambini e i giovani e fornirà un aiuto concreto ai tanti ragazzi che usano Internet e ai loro genitori”.
Gaia Bottà