UE, mano tesa a Snowden

UE, mano tesa a Snowden

Strasburgo invita gli stati membri a proteggere la talpa del Datagate e respingere le richieste di estradizione negli USA. Una questione di libertà, privacy e politica internazionale che parte dalla critica giuridica agli accordi safe harbor
Strasburgo invita gli stati membri a proteggere la talpa del Datagate e respingere le richieste di estradizione negli USA. Una questione di libertà, privacy e politica internazionale che parte dalla critica giuridica agli accordi safe harbor

L’Unione Europea ha invitato gli Stati Membri a proteggere l’ex contractor NSA Edward Snowden, responsabile delle delazioni che hanno scoperchiato il vaso di Pandora del Datagate portando alla luce le operazioni di sorveglianza di massa coordinate dall’Agenzia di spionaggio statunitense con cui collaborava, e a rivedere gli accordi che proteggono la privacy dei dati dei cittadini europei.

Il diretto interessato, Edward Snowden, ha dato notizia della risoluzione definendola “game-changer”.

A schierarsi è il Parlamento europeo con una risoluzione votata lo scorso ieri con 342 voti favorevoli, 274 voti contrari e 29 astensioni, che parte dalla necessità di dover fare ancora molto “per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini in seguito alle rivelazioni sulla sorveglianza elettronica di massa”, a cui, anzi, afferma si siano finora date risposte altamente inadeguate.

Per questo il Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea di agire in protezione dei dati e di Edward Snowden al momento oggetto di una richiesta di estradizione negli Stati Uniti dove deve affrontare diverse accuse tra cui la diffusione di segreti di stato ed tradimento.

In particolare il Parlamento chiede alla Commissione, alle altre istituzioni europee ed agli Stati membri di assicurarsi che tutti i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti siano soggetti ad un “livello di protezione efficace” ed invita inoltre, nel dettaglio, a sospendere l’accordo con gli Stati Uniti sul programma di tracciatura finanziaria dei terroristi (TFTP).
Secondo il Parlamento, in particolare, è di primaria importanza riprendere le fila del discorso legato al Safe Harbor, l’accordo che regolamenta la gestione dei dati raccolti entro i confini del Vecchio Continente e trattati negli States da aziende straniere, già messo in discussione dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa che ha dichiarato non valido l’accordo sul trasferimento dei dati con gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda poi la fonte delle informazioni che hanno permesso alle autorità di rispondere alle esigenze di tutela della privacy dei propri cittadini, i deputati invitano gli Stati Membri a “ritirare ogni imputazione penale nei confronti di Edward Snowden, a offrirgli protezione e, di conseguenza, a evitare la sua estradizione o consegna da parte di terzi, riconoscendo il suo statuto di informatore e di difensore internazionale dei diritti umani.”

Il Parlamento chiede che la Commissione riferisca su tutto questo entro la fine del 2015. Nel frattempo la questione rischia di aprire una spaccatura diplomatica internazionale. Per il momento, tuttavia, il National Security Council non ha commentato la vicenda riferendo semplicemente che “Mr Snowden è accusato di aver fatto filtrare informazioni riservate e deve confrontarsi con accuse di tradimento per cui deve tornare negli Stati Uniti il prima possibile”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
30 ott 2015
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